“Non saremo mai come gli altri. Da noi una prova di democrazia”. Parla il vicepresidente del M5S, Gubitosa

“Non abbiamo alcun timore di minacce ma se sarà il caso, difenderemo il Movimento 5 Stelle con le unghie e con i denti”

“Non saremo mai come gli altri. Da noi una prova di democrazia”. Parla il vicepresidente del M5S, Gubitosa

Il voto bis sullo Statuto ha confermato il superamento del quorum con ampio margine. Michele Gubitosa, vicepresidente del M5S, vi aspettavate questo risultato?
“Eravamo sicuri che i nostri iscritti avrebbero dimostrato che preferiscono partecipare e incidere, piuttosto che aderire a uno sterile boicottaggio che avrebbe penalizzato in primo luogo loro stessi. Questo è il vero lascito delle origini del Movimento: la partecipazione dal basso, la democrazia partecipativa. Il significato è storico, segna un passaggio, un’evoluzione, una rinascita. E credo sia un esempio per tutta la politica italiana, perché non mi ricordo una forza che si sia messa in gioco come abbiamo fatto noi, dando la parola agli iscritti, affidandosi alla loro visione e ottenendo, in un momento storico nel quale a trionfare è l’astensionismo, una partecipazione di questo genere”.

Con l’addio al garante si sancisce anche l’addio definitivo di Grillo a quella che è la sua creatura? C’è possibilità di una ricomposizione?
“Niente sarebbe stato più bello di condividere con lui questa ripartenza, per noi. Ma dopo quello che abbiamo visto negli ultimi mesi, è impossibile ricomporre un rapporto. Nessuno di noi ha mai cercato lo scontro, né ha mai dimenticato l’apporto di Grillo al Movimento 5 Stelle e alla sua storia. L’ultima fase, però, ci ha restituito un garante che voleva garantire solo i suoi poteri di stampo feudale, solo la sua bramosia di controllo su una creatura che credeva sua e che sua non è, perché non è di nessuno se non di tutti gli iscritti”.

Teme che ora lo scontro con Grillo, per esempio sul simbolo, si possa spostare sul fronte legale?
“Sicuramente ci saranno altri tentativi di boicottare il processo, di fermare il cambiamento, di imbavagliare gli iscritti. Noi abbiamo preferito replicare con ancora più democrazia e la risposta della nostra gente, francamente, ha lasciato pochi dubbi. Se però dovremo difendere il Movimento, lo faremo con durezza, perché il simbolo, così come ogni altro aspetto del M5S, non appartiene a nessuno se non alla nostra comunità. Da questo punto di vista, non abbiamo nessun timore”.

Già si parla di una nuova associazione di Grillo e di liste per le elezioni locali che sfideranno proprio quelle del Movimento: si rischia una frattura?
“Non permetteremo che il M5S venga distrutto dall’interno, perché abbiamo già abbastanza nemici all’esterno. Credo che abbandonare questo percorso sventolando la finta bandiera delle origini sia un’inaccettabile mancanza di rispetto verso tutti coloro che hanno scelto di dare una svolta al Movimento. Non possiamo dire loro che è stato tutto inutile, perché per noi il loro voto conta. Non vedo ragioni per una frattura, perché non vedo la possibilità di un processo più democratico di quello che abbiamo scelto noi”.

Conte ha citato Berlinguer, parlando di contrasto della degenerazione partitica. In che modo l’evoluzione dei 5 Stelle, sempre più simile a un partito, può essere diversa da quella degli altri partiti italiani?
“La nostra evoluzione non ci fa assomigliare agli altri, anzi. Esalta le nostre peculiarità. Abbiamo sempre dimostrato estraneità alle logiche partitiche, abbiamo rifiutato finte coalizioni per raggranellare qualche voto in più, abbiamo lasciato posti di responsabilità quando sono emersi dubbi sui nostri alleati, non ci siamo mai sporcati le mani assoldando qualche signore delle tessere locale. Cambiare, come ad esempio faremo revisionando la regola del doppio mandato, non vuol dire scimmiottare gli altri. Il nostro DNA non cambia: siamo una forza sana e ci battiamo per una politica pulita”.

Conclusa la fase della Costituente, cosa farà il Movimento da grande?
“Il prossimo passo sarà quello di trasformare indicazioni e proposte dei nostri iscritti in battaglie politiche concrete, alcune delle quali sono state già portate in Parlamento. Però vorrei chiarire una cosa fondamentale: rinnovarsi non vuol dire cambiare anima. I nostri valori e i nostri principi sono sempre gli stessi e continueremo a batterci per i più fragili, per le famiglie che faticano ad arrivare a fine mese o a curarsi nella sanità pubblica, per i pensionati che vengono presi in giro da questo governo, per i lavoratori che non hanno uno stipendio dignitoso, per le imprese che sono costrette a sopportare venti mesi consecutivi di calo produttivo. Noi vogliamo un Paese diverso, che torni a correre ma senza lasciare indietro nessuno. Lavoreremo con ancora più passione in quella direzione”.