Non soltanto sul Covid. Negazionisti pure sulle vittime dell’uranio impoverito. Tre docenti universitari escluso il nesso causale o anche concausale

Sulle vittime dell’uranio impoverito tornano a incombere le tesi negazioniste. Dopo la relazione presentata al Parlamento dalle allora ministre Elisabetta Trenta e Giulia Grillo, che negava il nesso di causalità tra l’esposizione al pericoloso materiale durante le missioni di pace e le patologie tumorali di molti militari, utilizzata dall’Avvocatura dello Stato in vari procedimenti cercando di negare i risarcimenti alle vittime, tale tesi torna ad affacciarsi in un procedimento davanti al Tar del Piemonte, relativo al decesso di un caporal maggiore.

Tre professori universitari hanno escluso “il nesso causale o anche concausale”. Tutto basandosi sui risultati degli ormai vecchi studi della Commissione Mandelli e su quanto emerso nella Commissione d’inchiesta presieduta dal senatore Rosario Giorgio Costa, non considerando i risultati della successiva Commissione Scanu e le 170 sentenze, stando soltanto a quelle seguite dall’Osservatorio militare, di condanna della Difesa.