Nubi fosche sul Giubileo. Anno Santo al via. Ma la città è impreparata

Poco più di trenta giorni fa il prefetto Francesco Paolo Tronca si è insediato in Campidoglio dopo la lunga parentesi della decadenza sì-decadenza no di Ignazio Marino. Tutti speravano, illudendosi a dire il vero, che il commissario, con l’ausilio del super-prefetto Franco Gabrielli, avrebbe rinnovato di sana pianta la Capitale e che – dopo elicotteri che spargono rose, criminali e mafiose che “se magnano” Roma, pande e pandine, cene e cenoni – la città sarebbe stata pronta. Bella, pulita, civile.

BOCCIATI
Eppure a vedere i provvedimenti, poco è stato fatto. Sebbene molti parlino di una cosmesi cittadina, a conti fatti la squadra commissariale ha previsto il blocco del bando per le bancarelle di piazza Navona, poi un provvedimento contro risciò, centurioni e saltafila, oltre alla maxi-rotazione di 27 dirigenti nella macchina amministrativa: cambio di mansione per chi era allo stesso posto da più di tre anni, secondo un protocollo anti-corruzione. Peccato che però, poi, solo pochi giorni fa, a causa di un ricordo della Uil, il Tribunale del lavoro ha bloccato la rotazione prevista dal piano anticorruzione. E come se non bastasse, poi, a quattro giorni dall’apertura della Porta Santa restano ancora da completare diversi interventi. Anche piccoli, per cui basterebbe un’azione tempestiva, trattandosi di criticità che rischiano di sporcare la faccia che Roma offrirà ai pellegrini. Dagli autobus, specie quelli turistici spesso lasciati in sosta nel bel mezzo della strada anche di fronte ai monumenti o in doppia fila fuori dai ristoranti, in attesa che escano i clienti, per arrivare alle corsie preferenziali, molte volte occupate da chi non ha titolo per transitarvi, rallentando gli autobus. E poi Termini, principale snodo dei trasporti. Poi c’è la sicurezza sui mezzi, soprattutto nella metropolitana, che è ancora a livelli emergenziali. Senza dimenticare la questione – non secondaria – di decoro urbano. Dal centro cittadino fino alle periferie della Capitale, la situazione continua a restare poco encomiabile. Lo stesso Angelino Alfano, d’altronde, solo due giorni fa ha riconosciuto che a Roma ancora “ci sono 103 edifici occupati abusivamente”. Una situazione al collasso alla vigilia dell’evento che ora, nella fretta di risolvere le questioni, potrebbe portare solo a ulteriori danni, con lo sgombero di aree che, invece, nulla c’entrano con la mancanza di decoro. È il caso, ad esempio, del Centro Baobab, sgomberato appunto ieri. Ma senza apparenti motivi, visto il modello, riconosciuto anche a livello internazionale, che ha funzionato e non è costato un euro allo Stato, ma ha regalato umanità ai profughi e sicurezza alla città,.

I RISULTATI
Ma la nota peggiore è stata aggiunta ieri da Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione: “Si era partiti da 131 opere, siamo arrivati a 31 opere”, ha detto, riassumendo il bilancio delle opere annunciate dal Comune di Roma in vista del Giubileo. “Non è mia competenza, non intervengo”, ha aggiunto: “Ci sono alcuni marciapiedi che vengono sistemati”. “Quatto mesi sono passati invano – ha poi ricordato – per l’incertezza dell’amministrazione comunale. Adesso il Commissario straordinario deve recuperare a marce forzate il tempo perduto”. Sperando non sia definitivamente perduto.