Nucleare tra le fonti Green. Le lobby si impongono in Europa. Per la capogruppo M5S Beghin la decisione presa da Bruxelles è inaccettabile. E punta il dito contro il ministro Cingolani

Per la M5S Tiziana Beghin la decisione presa da Bruxelles sul nucleare è inaccettabile. E punta il dito contro Cingolani.

Nucleare tra le fonti Green. Le lobby si impongono in Europa. Per la capogruppo M5S Beghin la decisione presa da Bruxelles è inaccettabile. E punta il dito contro il ministro Cingolani

“I futuri investimenti verdi devono restare verdi. Il nucleare (leggi gli articoli) produce scorie pericolose e inquinanti, il gas è una fonte energetica fossile, non sono fonti rinnovabili e pulite e quindi non possono essere classificate come investimenti sostenibili”. Un concetto chiaro quello espresso da Tiziana Beghin, capodelegazione M5S al Parlamento europeo, dopo che la Commissione Ue ha lasciato intendere, salvo colpi di scena dell’ultima ora, che la tassonomia includerà tra le energie green anche gas e nucleare.

Perché secondo lei la commissione europea andrà avanti sulla bozza relativa alla tassonomia?
Prima di rispondere faccio una premessa. Come Movimento 5 Stelle siamo consapevoli che il compito della Commissione europea non sia affatto facile. Sul nucleare ci sono fronti contrapposti, la Francia ha 19 centrali nelle quali sono operativi ben 58 reattori nucleari e ci sono altri Stati, come la Germania, che al nucleare hanno invece detto addio dismettendo tutte le loro centrali. Inoltre, la stessa Germania ha investito ben 11 miliardi di dollari nel North Stream 2, il gasdotto più lungo al mondo che, a regime, dovrebbe far transitare ben 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Noi crediamo che si possa raggiungere un punto di equilibrio. Non vogliamo che la Francia chiuda le sue centrali né che Germania rinunci al gas, ma diciamo semplicemente che i futuri investimenti verdi debbano restare verdi. Sulla tassonomia si gioca una fetta di credibilità dell’Unione europea e, mi permetta, anche del futuro del pianeta.

C’entrano le lobby?
Sì, ci sono interessi enormi delle lobby del nucleare e del gas, equilibri geopolitici e molto di più se pensiamo anche agli extra profitti che stanno avendo le utility del gas e dell’energia elettrica dal caro bollette degli ultimi mesi. Con la tassonomia sono in ballo miliardi di euro di investimenti pubblici e privati, soldi che dovrebbero invece tutti andare al solare, all’eolico e alle centrali idroelettriche. La decisione della Commissione è inaccettabile e rischia di compromettere il successo del Green Deal e anche il raggiungimento degli obiettivi della neutralità climatica entro il 2050.

I tecnici europei non hanno usato parole gentili. Hanno parlato di “truffa”…
Il parere degli scienziati consultati dalla Commissione europea è inequivocabile e riprendono una tesi che il Movimento 5 Stelle ripete da molto tempo e cioè che gas e nucleare non sono fonti energetiche green. Nel parere tecnico presentato lunedì gli scienziati inoltre avanzano la proposta di creare una classificazione alternativa per queste due fonti energetiche senza metterle sullo stesso piano con le energie rinnovabili. Mi sembra un buon compromesso. La Commissione europea ascolti più gli scienziati e meno le lobby e non rischi una sonora bocciatura al Parlamento europeo, dove l’atto delegato dovrà essere approvato, o presso la Corte di Giustizia dell’Ue dove alcuni Stati potrebbero sollevare il caso. Noi ci opporremo a qualunque tentativo di rallentare o ancora peggio di rinnegare la transizione sostenibile.

Crede che anche Cingolani abbia contribuito a questa “truffa”?
In questa partita europea il Ministro Cingolati è parso neutrale ed è un peccato perché avrebbe potuto schierare l’Italia dalla parte delle energie rinnovabili che sono il nostro petrolio. Apprezziamo tuttavia che lo scorso 18 gennaio, durante una audizione alla Camera, Cingolani abbia messo una pietra tombale alle nostalgie nucleariste affermando che in Italia non ci sono i presupposti per il ritorno del nucleare perché i vecchi impianti di seconda e terza generazione costano troppo, mentre quelli di quarta generazione non esistono ancora. Inoltre, non dimentichiamoci che i cittadini non vogliono le scorie sotto casa.

Cosa dovrebbe fare ora la commissione europea secondo lei?
Evitare il greenwashing e un conflitto con il Parlamento europeo dove numerosi gruppi della maggioranza e persino il Responsabile Ambiente del PPE, il tedesco Peter Liese, sono contrari a questa tassonomia.

E cosa dovrebbe o potrebbe fare il governo italiano?
Noi ci auguriamo che il governo italiano si schieri in Consiglio contro il nucleare al fianco di Spagna, Austria, Lussemburgo e Germania. È questa la strada giusta.