Numeri da paura nel Def, schizzano debito e deficit. E la riforma dell’Irpef può attendere. Draghi spera nel rimbalzo del Pil

Con il nuovo extra-deficit da 40 miliardi i numeri del Def, approvato ieri da Palazzo Chigi, fanno paura. Ma Draghi spera nel rimbalzo del Pil.

Numeri da paura nel Def, schizzano debito e deficit. E la riforma dell’Irpef può attendere. Draghi spera nel rimbalzo del Pil

Via libera del governo al nuovo scostamento e al Def. Con il nuovo extra-deficit da 40 miliardi i numeri del Documento di finanza pubblica fanno paura. Schizzano deficit e debito. Il primo vola all’11,8%. Il debito pubblico segna il record da oltre 100 anni. Il rapporto tra debito e Pil, stimato al 159,8% quest’anno, supera anche quello del primo dopoguerra.

Anche la disoccupazione salirà di tre decimali nel 2021, al 9,6%. Nel 2021 la crescita sarà del 4,5%, si parte da un Pil tendenziale a +4,1%. Nel 2022 il Pil crescerà del 4,8%, del 2,6% nel 2023 e dell’1,8% nel 2024. “Tassi di incremento mai sperimentati nell’ultimo decennio”, sottolineano fonti di Palazzo Chigi. Ma la crescita è legata alla sconfitta del Covid. Il Def contiene uno “scenario avverso” che taglia il recupero della crescita al 2,7% quest’anno e al 2,6% nel 2022.

‘’Le misure di sostegno contenute nel decreto legge di prossima approvazione avranno un impatto positivo sul Pil che è cifrato un 0,6 punti percentuali di crescita aggiuntiva’’. Ora però si tratta di scrivere il decreto Sostegni bis o dl Imprese che verrà finanziato con l’extra-deficit. Il governo pone al centro “l’obiettivo della crescita economica”: sarà finanziato un provvedimento con alla base una “visione espansiva per le imprese e l’economia”, dice ottimista il premier Mario Draghi.

I sostegni a partite Iva e imprese “rappresentano più di metà degli impegni previsti sul 2021” da 40 miliardi, si legge nel Def. Nel nuovo decreto ci sarà copertura dei costi fissi, sia con sgravi di imposta che con la copertura della quota fissa delle bollette e degli affitti. Per le Pmi sarà prorogata “dal 30 giugno a fine anno” la scadenza del regime di garanzia, e sarà estesa anche la moratoria sui crediti. Saranno reintrodotti rinvii ed esenzioni di imposta già attuati nel 2020 e “innalzato il limite delle compensazioni”.

Verranno prorogate le indennità a favore dei lavoratori stagionali e introdotte nuove misure a favore dei giovani, ad esempio uno sgravio fiscale sull’accensione dei mutui per l’acquisto della prima casa. Risorse anche agli enti territoriali. Arriverà con il nuovo decreto anche il Fondo complementare per i progetti esclusi dal Recovery, finanziato in deficit. “Avrà durata decennale” e sarà alimentato con circa 6 miliardi l’anno. La riforma dell’Irpef può aspettare: si indica la seconda metà dell’anno per la sua definizione.

“Le stime del Def – ha detto Drahi in conferenza stampa a Palazzo Chigi – non tengono conto delle riforme perché sono stime prudenziali. La stima che il ministero ha voluto utilizzare è giustamente prudenziale. Poi nel Pnrr sono previste riforme della giustizia civile, della Pa, della semplificazione, del fisco. E queste sicuramente avranno un effetto positivo sulla crescita. Ci sarà un rimbalzo molto forte del Pil nei prossimi mesi, il rimbalzo è certo. Non è sicuro quanto forte sarà, ma dobbiamo lavorare alla sfida di assicurare che dopo la ripresa continueremo a crescere e a mantenere alto il livello occupazione, per tornare a essere un paese che cresce”.

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