Nuova conferma: Avastin e Lucentis sono uguali

di Leonardo Rafanelli

Dopo la multa dell’Antitrust, arriva un altro duro colpo per i “furbetti del farmaco”: i medicinali Avastin e Lucentis, che le aziende produttrici volevano differenziare, secondo il Consiglio Superiore della Sanità sono da considerarsi del tutto equivalenti per efficacia e sicurezza nel trattamento della degenerazione maculare senile. L’organo di consulenza tecnico-scientifica del Ministero della salute, formato da esperti del mondo scientifico e delle istituzioni, ha infatti consegnato un documento sulla questione nelle mani del ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Con esso, in sostanza, si afferma che in base ai dati attualmente in possesso non risulterebbero differenze statisticamente significative tra i due medicinali. Di conseguenza, tali prodotti possono essere utilizzati indifferentemente per il trattamento della maculopatia, malattia che colpisce la retina e che può portare anche alla perdita totale della vista. Ferma restando la raccomandazione, contenuta nel documento, a continuare la vigilanza sui due farmaci e il monitoraggio di eventuali effetti collaterali.
Il parere del Css non è vincolante, ma era stato sollecitato da Beatrice Lorenzin in persona. Un intervento chiarificatore richiesto dopo che il 5 marzo scorso l’Antitrust aveva comminato ai colossi farmaceutici Roche e Novartis, produttori dei due medicinali, una multa di ben 180 milioni di euro. L’Authority guidata da Pitruzzella, infatti, aveva individuato tra le due aziende un cartello per condizionare la vendita dei prodotti in questione: in particolare, sarebbe stata favorito l’utilizzo del più costoso Lucentis, prodotto da Novartis (900 euro), rispetto all’Avastin, il cui costo non supera gli 81 euro. Accordo che ha comportato un esborso aggiuntivo stimato in oltre 45 milioni di euro solo nel 2012, con possibili maggiori costi futuri fino a oltre 600 milioni di euro l’anno. E questo, come ha dichiarato il Css, senza che vi fosse una reale differenza negli effetti. Una vicenda da cui non è rimasta esclusa neppure l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, accusata, in particolare dalla Società di oftalmologia italiana, di mancati controlli.