Nuovi direttori ai Tg della Rai, 5 Stelle all’attacco: mossa per propaganda dei referendum

Una svolta autoritaria in vista dei referendum. Con la nomina di nuovi direttori ai Tg della Rai per favorire le ragioni del sì al referendum sulle riforme.

Una svolta “autoritaria” in vista dei referendum. Con la nomina di nuovi direttori ai Tg della Rai per favorire le ragioni del sì alla consultazione sulle riforme previsto a ottobre. Il Movimento 5 Stelle è andato all’attacco dopo che sono circolate le ipotesi di nuove nomine. Ma il Pd ha respinto al mittente le accuse.

Le indiscrezioni parlano della conferma di Mario Orfeo al Tg1, la promozione della vicedirettrice Ida Colucci al Tg2, e il ritorno di Antonio Di Bella al Tg3, che gestirebbe l’unificazione della redazione con Rai News. E il presidente della commissione Vigilanza Rai, il pentastellato Roberto Fico, ha messo in guardia: “La Rai non ha ancora presentato pubblicamente alcun piano editoriale per l’informazione. Non è chiaro quindi come si possano fare le nomine alla guida dei notiziari in mancanza di un preciso progetto editoriale. La Rai dia un vero segnale di rinnovamento: presenti il piano editoriale in Vigilanza e metta in piedi una procedura aperta e trasparente per la scelta dei direttori di testata”. E quindi ha concluso: “In vista di una campagna referendaria cruciale per la democrazia non si proceda a nominare direttori di testata schierati per l’uno o per l’altro campo. Fino a oggi i dati parlano chiaro, il Sì è dilagante. Dobbiamo scongiurare qualsiasi tentativo di blitz autoritario”.

Una presa di posizione che però è stata contestata dal Partito democratico. “Lo spirito della riforma della governance Rai impegna il direttore ad assumersi la responsabilità delle scelte, nella trasparenza e autonomia dell’azienda, innanzitutto di fronte al cda”, ha affermato Vinicio Peluffo, capogruppo dem in Commissione di vigilanza. “Questo ha segnato un fondamentale passo nella direzione di tenere lontana la politica dalla Rai. Sorprende quindi, ed è inaccettabile, che un componente del cda della stessa azienda come Carlo Freccero, invochi l’intervento di Fico su temi e scelte che riguardano unicamente l’azienda, e che il presidente della Vigilanza raccolga l’invito e ci riporti all’epoca delle ingerenze politiche”, ha aggiunto Peluffo. Ancora più duro il deputato Francesco Verducci: “Ma di quale blitz autoritario vaneggia Fico? Ma di quale dilagante campagna per il Sì farnetica? Si rilegga i dati, e potrà verificare l’equilibrio tra le forze politiche nell’informazione Rai. E soprattutto la smetta di intromettersi nelle nomine, che spetta alla Rai fare in autonomia e non certo a lui”