di Lapo Mazzei
Se lo aspettava. Anzi, ne era talmente sicuro da averlo detto a tutti: se decado da senatore mi arrestano. Forse un po’ eccessivo, come è lo stile di Berlusconi, ma non troppo lontano dal vero. Per questa ragione la battaglia parlamentare sulla legge Severino è diventata la madre di tutte le battaglie, nella quale Silvio Berlusconi ha deciso di mettere in campo tutte le armi a sua disposizione, chiedendo aiuto ad amici e nemici, falchi e colombe. Certo, i distinguo sull’attività del governo restano tali, ma sulla giustizia il Pdl riesce ancora ad essere un simil-partito, unito attorno al capo nel momento in cui si muovono le Procure. Mai come in questo caso gli esponenti azzurri hanno gridato alla persecuzione, all’accanimento contro Silvio, considerando le toghe dei veri e propri censori comunisti. E le Procure dei luoghi di tortura. E così i magistrati, stanchi forse del palleggio parlamentare, hanno deciso di passare all’azione. Costi quel che costi. A sferrare il primo colpo della nuova saga giudiziaria contro il Cavaliere è stato il Tribunale di Napoli che ha deciso di processare Berlusconi per la presunta compravendita di senatori. Il giudice Amelia Primavera ha rinviato a giudizio l’ex premier e Valter Lavitola con l’accusa di corruzione per i tre milioni di euro versati all’ex senatore Sergio De Gregorio tra il 2006 e il 2008 per passare dal centrosinistra al centrodestra e sabotare il governo Prodi. La prima udienza è stata fissata per il prossimo 11 febbraio. Lo stesso giudice ha detto sì anche al patteggiamento di De Gregorio a 20 mesi.
L’avvocato Carlo Fabbozzo si è detto soddisfatto e così l’ex senatore: “Mi aspettavo una decisione e questa decisione è arrivata e conferma quello che ho dichiarato ai Pm di Napoli”. Su Lavitola De Gregorio è tagliente: “La difesa di Lavitola è estemporanea, prima nega di essere stato tramite tra me e Berlusconi, poi dice di avermi dato dei soldi tratti a un conto in Svizzera, fatto ancora più inquietante”. De Gregorio dice invece di “aver ricevuto soldi, finalizzati a ribaltare il governo Prodi nell’ambito della guerra santa definita dallo stesso Silvio Berlusconi Operazione libertà”. E sull’ex premier commenta così: “Non rimetterei la mia capacità operativa a servizio di Berlusconi, anche questa vicenda accelera il tramonto di un percorso politico che è arrivato alla fine, Berlusconi liberi l’Italia e se stesso. Nella scorsa legislatura si sono spostati 120 tra deputati e senatori. Il loro passaggio magari non risponde ad atti di corruzione ma chi lo può sapere… La politica marcia vive di questo modus operandi, non tutta ovviamente”.
Ovviamente il Pdl si è schierato compatto al fianco del suo leader mentre il centrosinistra si muove con cautela. “Il Pd seguirà con grande attenzione il processo”, afferma Danilo Leva, responsabile giustizia del Pd. “È evidente che se venisse accertato il reato di cui è accusato Berlusconi si tratterebbe di un fatto di particolare gravità nei confronti delle stesse istituzioni democratiche”.
Breaking news
Decisamente meno timorosa la reazione della stampa estera, che scrive all’unisono di un “ex uomo forte d’Italia” che “accumula processi” e “rischia di restare fuori dalla politica a vita”. La “breaking news”, battuta in Italia poco prima delle 17, è stata rilanciata da alcuni dei principali media stranieri: “Un’ordinanza di un tribunale italiano stabilisce che Berlusconi dovrà sottoporsi ad un processo con l’accusa di corruzione di un senatore”, titola dagli Usa con il consueto flash rosso il sito del Wall Street Journal. “Berlusconi accusato di corruzione per aver attirato dalla propria parte un avversario politico”, scrive Fox News. La Abc ricorda la condanna per frode fiscale a Milano del mese scorso e sottolinea che l’ex premier 77enne “rischia di restare fuori dalla politica a vita”. La notizia guadagna il pezzo di apertura della Bbc on-line: “L’ex premier italiano Silvio Berlusconi dovrà essere processato per la presunta corruzione di un senatore” titola l’emittente britannica, che nell’articolo dà conto delle accuse a Berlusconi di aver pagato con tre milioni di euro il senatore Sergio De Gregorio per passare al Popolo della Libertà, contribuendo alla caduta del governo Prodi nel 2006. Insomma, per i media stranieri Silvio resta sempre un bel titolo, di quelli che attirano i lettori. Magari non gioiranno i mercati che sono sempre attenti ai processi del Cavaliere. Al punto che lo spread guarda più a palazzo di Giustizia che a piazza Affari. È la storia del Cav bellezza….