Nuovo Parlamento, da Della Frera a Santanchè e Marcucci: quanti Onorevoli nei Cda. In barba al conflitto d’interessi

Se è vero, come abbiamo calcolato proprio noi de La Notizia tre giorni fa, che il partito degli avvocati è quello più rappresentato in Parlamento (132 in tutto tra Camera e Senato), è altrettanto vero che dietro di lui si piazza quello degli imprenditori (116). Alcuni dei quali, soprattutto nella coalizione di Centrodestra, possono contare su decine di partecipazioni e incarichi aziendali. Facile agitare lo spettro del conflitto d’interessi, regolamentato per modo di dire, visto che la legge Frattini varata nel 2004 dal Governo di Silvio Berlusconi e bocciata dalla commissione di Venezia, organo del Consiglio d’Europa, non è mai stata superata a dovere (vedere per credere quanto successo nella passata Legislatura). Vedremo come si muoveranno i nostri onorevoli e soprattutto le proposte di legge che depositeranno. A cominciare da quelle del neo deputato di Forza Italia, Guido Della Frera. Che, ha calcolato Openpolis, l’osservatorio civico della politica italiana, è il parlamentare col più alto numero di incarichi aziendali della XVIII Legislatura, 21, ai quali unisce 8 proprietà in aziende.

Non se la passa male nemmeno il fiorentino Maurizio Carrara, eletto sempre tra le file di FI, che si deve ‘accontentare’ di 14 diversi incarichi aziendali (7 in meno di Della Frera) ma sarà l’onorevole col più alto numero di partecipazioni essendo socio di 11 imprese. Sul gradino più basso del podio si piazza invece Daniela Santanchè, che da questa Legislatura siederà a Palazzo Madama con Fratelli d’Italia. Sempre secondo Openpolis, la ‘pitonessa’ conta infatti 16 incarichi aziendali (comunicazione, immobiliare e trasporti i settori più gettonati) mentre il 73enne cagliaritano Emilio Floris (FI) è socio di 10 diverse imprese che operano nel settore della sanità, delle costruzioni e dell’immobiliare.

Il 35 per cento degli incarichi aziendali e il 33,53 per cento delle partecipazioni presenti nella nuova Camera e nel nuovo Senato – tira perciò le somme Openpolis – sono riconducibili a parlamentari di Forza Italia. Oltre a quelli già citati, sono molto ricorrenti anche i nomi di Giuseppe Massimo Ferro (14 incarichi e una partecipazione), Salvatore Sciascia (12 incarichi) e Cristina Rossello (10 incarichi). Poco distante dal partito del Cav troviamo la Lega, seconda in classifica per entrambe le variabili. Dentro al partito di Matteo Salvini a farla da padroni sono l’ex sindaco di Padova, Massimo Bitonci (Montecitorio), che agli 11 incarichi aziendali unisce 3 proprietà, e Giulio Centemero (pure lui eletto alla Camera), anche lui con 11 incarichi aziendali, tra cui Ad di Radio Padania, e con quote in una società in liquidazione. Per quanto riguarda il M5s di Luigi Di Maio, che ha schierato, soprattutto nei collegi uninominali, numerosi imprenditori, l’elenco comprende Michele Gubitosa (eletto ad Avellino e socio di 4 aziende e con 8 diversi incarichi),  Mario Turco, senatore pugliese, con 8 incarichi aziendali e infine Salvatore Caiata, presidente del Potenza calcio con 6 proprietà e 6 incarichi aziendali.

Nel Partito democratico, oltre a quelli di Gianfranco Librandi (socio di 4 aziende) e Matteo Colaninno (7 incarichi aziendali), il caso indubbiamente più succoso è quello del neocapogruppo al Senato, il renzianissimo Andrea Marcucci. Che è manager del gruppo di famiglia, la multinazionale farmaceutica Kedrion, specializzata in emoderivati e partecipata dal 2012 dalla Cassa Depositi e Prestiti, e presidente della controllata americana Kedplasma Llc. Eletti in Parlamento, entrambi a Montecitorio, anche i 2 consiglieri di Cdp, Piero Fassino (Pd) e Massimo Garavaglia (Lega).

Twitter: @GiorgioVelardi