Nuovo Statuto M5S a Montecitorio. Prove di divorzio da Casaleggio. Modificate le regole del gruppo dei deputati. Il Blog e Rousseau non sono più i soli canali ufficiali

Dopo tanto tuonare alla fine piovve e così dopo mesi di guerriglia tra il Movimento Cinque Stelle e l’Associazione Rousseau c’è, se non un divorzio, almeno una separazione. Infatti l’altro ieri il gruppo M5S della Camera ha approvato con 154 voti favorevoli, 16 contrari, 4 schede bianche e 2 nulle il nuovo Statuto del gruppo alla Camera. Una vera rivoluzione. La piattaforma Rousseau e il Blog delle Stelle, cioè i canali ufficiali del Movimento non lo sono più in quanto ce ne potranno essere anche altri. Dietro c’è una cascata di nuove regole che stravolgono quelle originarie del Movimento. Ad esempio ora il parere degli iscritti non è più “vincolante” per i deputati, ma solo “indicativo”. Poi si passa dal voto sempre palese a quello segreto quando c’è da esprimere “una valutazione sulla persona o su fatti personali”.

Le assemblee dei deputati si potranno convocare con almeno due giorni di preavviso, ma si potranno celebrare anche con modalità esclusivamente telematiche. Il Comitato Iniziative 5 Stelle, che fu sancito a Napoli per “la promozione, il coordinamento e la gestione di Italia 5 Stelle del 2019” è liquidato con un patrimonio residuo di 190mila euro e 140mila euro di questi serviranno a finanziare gli Stati generali online la cui organizzazione il reggente Vito Crimi ha affidato a Roberta Lombardi, capogruppo del Movimento alla Regione Lazio. Comunque il nuovo Comitato gestirà le prossime edizioni Italia a 5 Stelle e il Team del Futuro da poco costituito.

Insomma una rivoluzione che non solo sconvolgerà antiche ritualità sedimentate ormai nell’animo pentastellato, ma che dimostra una volontà di emancipazione e cambiamento dalla Casaleggio Associati che sono stati sempre la controparte non istituzionale del Movimento. Cosa significherà questo in concreto? Intanto i tempi non sono casuali. Sono imminenti gli Stati Generali e la Casaleggio è stata estromessa – dopo tanti anni- dalla gestione documentale dell’evento, una cosa non di poco conto. Il cambiamento di Statuto alla Camera significa anche e soprattutto spostare il baricentro gestionale del Movimento verso i parlamentari a tutto discapito dei “laici” e cioè dei componenti dell’Associazione Rousseau a cominciare dal presidente Davide Casaleggio.

Dal punto di vista più propriamente politico poi, la decisione presa, significa nel concreto isolare il grande dissidente e cioè Alessandro Di Battista che volente o nolente un asse ideologico e operazionale con Casaleggio jr. l’aveva dovuto creare. Dietro a ciò si potrebbe vedere anche la mano del più intelligente esponente dei Cinque Stelle e cioè di Luigi Di Maio che alla fine è l’unico vero cavallo di razza del Movimento. Di Maio ha saggiamente preso una posizione centrista per poi cercare di riprendere concretamente le redini politiche perché ha ampiamente dimostrato che gli altri, pur animati di buona volontà e olio di gomito, distano varie spanne da lui.

Un segnale concreto di cambiamento e di svecchiamento che sta lentamente trasformando il Movimento adeguandolo pragmaticamente alle necessità concrete della politica istituzionale. Del resto il vecchio Statuto parlamentare era stato redatto quando i Cinque Stelle erano minoranza ed erano fuori da quella che Pietro Nenni chiamava suggestivamente “la stanza dei bottoni”. Del resto vi ricordate quando i grillini non potevano partecipare alle trasmissioni televisive? Oppure non si potevano fare alleanze politiche? Il tempo passa e occorre, darwinianamente, adeguarsi se si vuole sopravvivere.