Il premier Mario Draghi firmerà oggi il nuovo Dpcm, il primo del suo esecutivo, con le misure anti-Covid, in vigore, per un mese, dal prossimo 6 marzo. Sul provvedimento è stata convocata nella tarda mattinata una riunione tra i ministri Roberto Speranza (Salute) e Mariastella Gelmini (Affari regionali) i rappresentanti delle Regioni. Al vertice hanno partecipato anche i membri del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo e Franco Locatelli.
Restava da sciogliere il nodo scuola. Dalla prossima settimana, infatti, tutte le scuole – materna e primaria anche – saranno chiuse nelle zone rosse, così come ha annunciato ieri Miozzo al termine della riunione della Cabina di regia di Palazzo Chigi. “Sulle scuole ci saranno delle evoluzioni. Saranno chiuse nelle zone rosse” aveva detto il coordinatore del Cts.
C’era poi poi da decidere cosa accadrà nelle scuole che si trovano nelle zone arancioni. Il ministro della Salute Speranza è per la linea dura, ma il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e la Lega frenano. L’indicazione degli esperti è quella di chiudere tutti gli Istituti nelle zone rosse, ma anche quelli in ambito locale dove si superino i 250 casi ogni 100mila abitanti.
Secondo quanto si è appreso, durante il vertice di questa mattina è stata ribadita dagli esperti del Cts la preoccupazione per l’alta contagiosità delle varianti in circolazione in diverse aree del Paese. “La situazione è seria – ha detto il ministro Speranza a Il Foglio – per via dell’impatto delle varianti sulla curva del contagio. Sarebbe bello dire che non c’è nessun problema. Ma le istituzioni hanno l’obbligo di dire la verità. Le prossime settimane saranno difficili e servono scelte conseguenti”.
Al termine della riunione Palazzo Chigi ha annunciato che i ministri per gli Affari regionali e della Salute, Gelmini e Speranza, insieme al presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, e al presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, terranno alle 18.45 una conferenza stampa per illustrare le nuove misure contenute nel Dpcm.
Ecco cosa prevede l’ultima bozza del Dpcm.
Il decreto del presidente del Consiglio dei ministri sarà in vigore da sabato 6 marzo a martedì 6 aprile, dunque fino al termine delle festività pasquali. Secondo la bozza diffusa nei giorni scorsi, l’impianto del provvedimento resta in linea con i Dpcm varati dall’esecutivo Conte e contiene forti restrizioni, soprattutto nelle zone rosse.
Non riaprono palestre, piscine e impianti sciistici, ma ci sarà il via libera all’apertura di cinema e teatri dal 27 marzo, solo nelle zone gialla. Sarà inoltre possibile andare al museo anche nei weekend, su prenotazione. Resta in vigore, inoltre, il coprifuoco dalle 22 alle 5. Un’altra novità è la chiusura in zona rossa di barbieri e parrucchieri, finora considerati tra i servizi alla persona che potevano rimanere aperti mentre vengono definite meglio anche le limitazioni in zona bianca.
Il Dpcm impone il divieto di lasciare il proprio domicilio per chi manifesti sintomi da infezione respiratoria e febbre. “I soggetti con infezione respiratoria caratterizzata da febbre (maggiore di 37,5°C) devono rimanere presso il proprio domicilio, contattando il proprio medico curante”.
SPOSTAMENTI TRA LE REGIONI. Il divieto di spostamento tra le Regioni resterà valido fino al 27 marzo, insieme al prossimo Dpcm che disciplinerà le misure fino al 6 aprile, e potrebbe essere nuovamente prorogato con un decreto. Resta consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione così come gli spostamenti motivati da esigenze lavorative, ragioni di salute o situazioni di necessità. È consentita, in zona gialla, in ambito regionale, la visita in una sola abitazione privata, una volta al giorno, fra le 5 del mattino e le 22. Possono spostarsi due persone più i figli minori di 14 anni.
SECONDE CASE. Sarà consentito recarsi nelle seconde case in zona gialla o arancione (anche se si trovano fuori regione) ma solo al nucleo familiare e soltanto se la casa è disabitata. Non si potrà andare nella seconda casa con amici e parenti e non sarà possibile – a meno di urgenti e necessari motivi – se le abitazioni sono in zone rosse o arancione scuro. Sono vietati i viaggi per turismo.
RISTORANTI E NEGOZI. I ristoranti continueranno a rimanere chiusi la sera. In zona gialla si potrà andare al ristorante e al bar fino alle 18 e fino alle 22 è consentito l’asporto. Asporto e consegne a domicilio sono consentiti nelle zone arancioni e rosse. Negozi chiusi solo in zona rossa dove sono garantiti esclusivamente gli esercizi commerciali di prodotti essenziali: farmacie, alimentari, ferramenta, cura della persona, parrucchieri. In zona gialla e arancione tutti i negozi restano aperti. Nei weekend continuano ad essere chiusi i centri commerciali. Negli esercizi sono valide le solite misure di sicurezza: distanziamento, mascherina, ingressi contingentati.
SCUOLA. La scuola resta in presenza per gli alunni dell’infanzia, delle elementari e delle medie. Per quanto riguarda le superiori, la didattica è in presenza “almeno al 50% e fino ad un massimo del 75%”.
CINEMA E TEATRI. Dal 27 marzo in zona gialla gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto sono svolti con posti a sedere preassegnati e distanziati e a condizione che sia comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per il personale, sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi. Il ministro Franceschini ha annunciato anche l’accesso ai musei su prenotazione anche nel weekend (questi ultimi per ora aperti in questa stessa fascia solo nei giorni infrasettimanali).
PALESTRE, PISCINE, FIERE. Ancora chiuse palestre e piscine, vietati gli sport di contatto e di squadra. Consentita invece l’attività motoria individuale all’aperto come la camminata, la bici e la corsa. Agli agonisti è permesso di allenarsi. Disposta la chiusura di fiere, congressi e discoteche anche in zona bianca.
REVISIONE DEI PARAMETRI. Al fine di dare attuazione agli indirizzi forniti dalle Camere, prevede ancora la bozza del Dpm, con decreto del Ministro della Salute “è istituito presso il Ministero un tavolo tecnico di confronto”. Il tavolo tecnico sarà composto da rappresentanti del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità, delle Regioni e delle Province autonome su designazione del Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nonché da un rappresentante del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, con il compito di procedere all’eventuale revisione o aggiornamento dei parametri per la valutazione del rischio epidemiologico.