La Sveglia

Occhi su Gaza, diario di bordo #37

A Gaza si continua a morire anche oggi. Nelle ultime ore i bombardamenti israeliani hanno colpito Khan Yunis, Rafah e il campo profughi di Nuseirat: decine di vittime, molte delle quali bambini. Gli ospedali ormai al collasso segnalano nuovi blackout elettrici e carenze di carburante per i generatori, mentre le squadre della Mezzaluna Rossa sono costrette a sospendere i soccorsi in più aree del Sud della Striscia. Fonti locali parlano di interi isolati rasi al suolo e corpi intrappolati sotto le macerie.

Nel frattempo, in mare, la Conscience continua la sua rotta verso Gaza. A bordo ci sono cento persone da venticinque Paesi, tra cui sei italiani, con carichi di medicinali e farmaci salvavita. «Domani saremo nella zona rossa», ha annunciato il medico trentino Riccardo Corradini, invitando le piazze a «restare pronte alla mobilitazione in caso di intercettamento». Il Movimento 5 Stelle ha chiesto al governo di «proteggere i connazionali a bordo», mentre da Bruxelles Benedetta Scuderi (Verdi) ha denunciato il silenzio dell’Unione Europea. L’8 ottobre, secondo gli attivisti, sarà la data ad alto rischio: Israele ha già dispiegato motovedette nel tratto di mare dove si prevede il contatto.

A Sharm el-Sheikh, intanto, proseguono i negoziati sul cosiddetto “piano Trump”, presentato il 29 settembre. Il Qatar e l’Egitto assicurano che «mancano ancora dettagli da concordare», ma l’aria che si respira è quella di un copione già scritto. Trump ha ordinato a Israele di fermarsi, ma i raid continuano. Una messa in scena di diplomazia in giacca e cravatta mentre la polvere delle macerie copre i corpi.

Per terra e per mare la pressione per Gaza non si ferma.