Occupazione al rallenty. Jobs Act e decontribuzione spingono il lavoro. Ma rispetto al 2014 la crescita di occupati è sensibilmente inferiore

Numero degli occupati in aumento, ma a un ritmo meno sostenuto di quello di un anno fa. È questo il risultato più rilevante dell’analisi compiuta dal Centro studi ImpresaLavoro su elaborazione di dati Istat che ha confrontato anno su anno la variazione del numero degli occupati dal 2006 al 2015 (prendendo a riferimento i mesi di dicembre).

A dicembre 2015 è stata rilevata una variazione di +109mila occupati rispetto allo stesso mese del 2014: un dato che non può non risentire del combinato disposto di Jobs Act e decontribuzione. Si tratta però di un aumento sensibilmente inferiore a quello che si registra confrontando il dato di dicembre 2014 con quello di dicembre 2013: l’anno scorso, infatti, anche in assenza delle costose misure sulla decontribuzione, gli occupati erano cresciuti di 168mila unità.

Si tratta, comunque, di variazioni positive meno marcate a quelle registrate negli anni pre-crisi. Nel 2006 e nel 2007, infatti, l’aumento degli occupati era stato rispettivamente di 249mila e 268mila unità. Poi, dopo l’andamento negativo dal 2008 al 2013 (con la sola, parziale, eccezione del 2010), l’occupazione è tornata a crescere nel 2014. Ma lo scorso anno, appunto, il ritmo di questa crescita è tornato a calare sensibilmente.