Ogni partito canta vittoria. Ma c’è aria di promesse vuote. Nessuna forza politica vuole fare passi indietro. E a sentire i leader ciascuno l’ha spuntata sugli altri

Ogni partito canta vittoria. Ma c’è aria di promesse vuote. Nessuna forza politica vuole fare passi indietro. E a sentire i leader ciascuno l’ha spuntata sugli altri

Accelerare sul piano della vaccinazione di massa, dando priorità al mondo della scuola. Accorciare i tempi dei processi. Puntare sulla lotta all’evasione. Scommettere su un fisco progressivo (con buona pace della flat tax). Ridurre le tasse sul lavoro. Razionalizzare i sussidi sul lavoro senza fare passi indietro. Creare occupazione anche con investimenti pubblici. Riaprire i cantieri, aiutare le piccole e medie imprese con i ristori, far sì che le banche possano aiutare le aziende, far funzionare meglio la Pubblica amministrazione. Sul fronte del lavoro e su quello degli investimenti considerare il modello Genova.

Sono alcuni punti del programma che Mario Draghi ha sottolineato nel secondo giro di consultazioni con i big. E che verrà dettagliato in Parlamento. E ancora: non ci sarebbe stato da parte dell’ex numero uno della Bce un giudizio negativo sull’approccio all’Ue da parte del governo Conte 2. La prospettiva indicata da Draghi è quella di una ulteriore cessione di sovranità, di una maggiore integrazione. In futuro – avrebbe spiegato – ci dovrà essere un vero e proprio bilancio comune. E anche per il Recovery plan – riferisce Vito Crimi – si partirebbe dal lavoro già fatto, senza nessuno stravolgimento.

FI, Lega, Pd e Iv hanno ribadito il loro sì (pieno sostegno anche dal Maie), M5S si affiderà a Rousseau (non subito, prima vuole il programma), FdI ha già detto no. Leu ancora non ha sciolto la riserva a causa dell’eventuale presenza della Lega nel governo. “Il punto è verificare quale perimetro programmatico e parlamentare il governo dovrà avere: la valutazione la farà Draghi”, dice Nicola Zingaretti, ribadendo che “Pd e Lega sono e rimangono due forze alternative” ma non ci saranno “veti a prescindere”.

Silvio Berlusconi non ha dubbi: “La gravità della situazione impone di mettere da parte calcoli, tattiche e interessi elettorali”. Idem Matteo Salvini: “Speriamo che nessuno si metta di traverso”. Il leader leghista non fa una piega neppure sulla manifesta volontà di Draghi di mandare in soffitta la sua flat tax: “Quando Draghi ci dice nessuna nuova tassa, nessuna patrimoniale, nessuna incursione nelle case o nei conti correnti, anzi un tavolo per diminuire il carico fiscale a partire dal’Irpef, la puoi chiamare ‘flat tax’ o ‘Filippo’, a me basta che ci sia l’impegno a tagliare le tasse”.

Per il M5S la delegazione che incontra Draghi conta ancora una volta sulla presenza di Beppe Grillo. Il capo politico dei 5Stelle assicura che Draghi non ha parlato di Mes. Il fondatore del Movimento dice che l’ex governatore ha definito il Reddito di cittadinanza “una grande idea”. E ancora: nell’ambito della proposta di un super-ministero che coordini la transizione energetica e ambientale, lanciata da Grillo al primo giro di consultazioni, Draghi, spiega Crimi, ha detto che “si sta immaginando un assetto istituzionale che può prefigurare questo tipo di approccio”.

Grillo, su questa proposta, coglie la palla al balzo per manifestare la sua contrarietà all’ingresso della Lega: “Ho detto a Draghi ‘primo non ci deve entrare la Lega perché di ambiente non ha mai capito una mazza di niente’. E lui mi ha detto ‘non lo so, eh vediamo…’”. E proprio in virtù di tutte queste incognite il fondatore ha proposto di rinviare il voto degli iscritti M5S sul supporto all’Esecutivo. In programma per oggi si sarebbe dovuto concludere giovedì. “Aspettiamo un attimo prima di votare – ha detto Grillo – aspettiamo che Draghi abbia le idee chiare, che dica cosa vuol fare. Che faccia le dichiarazioni che ha fatto a noi in modo pubblico”. Oggi l’ex banchiere incontra le autonomie locali e forze sociali.