Olimpiadi, entro l’inizio pronte solo 42 delle 98 opere previste ma è impossibile sapere i costi totali. E Libera lancia l’allarme sulla trasparenza

Mentre la politica inneggia ai Giochi, le associazioni fanno i conti di cantieri, tempi e costi. E non appare nulla di buono

Olimpiadi, entro l’inizio pronte solo 42 delle 98 opere previste ma è impossibile sapere i costi totali. E Libera lancia l’allarme sulla trasparenza

Quanto costano queste Olimpiadi invernali a costo zero? Qual è il numero reale delle opere in cantiere (molte ancora sulla carta, con fine lavori fissato al 2033)? Qual è il costo ambientale dei Giochi più green della storia? A che punto sono i cantieri di un piano olimpico che prevede principalmente interventi stradali o ferroviari, tanto che per ogni euro destinato alle opere indispensabili ai Giochi, se ne spendono 6,6 per opere di legacy (cioè di “eredità”)? E ancora: come sta spendendo il Commissario alle Paralimpiadi i 328 milioni assegnati dal DL Sport?

Il report delle associazioni, da Libera, al Cai, a Legambiente

Sono solo alcune domande che a meno di una sessantina di giorni dall’apertura delle Olimpiadi di Milano-Cortina restano senza risposta. A sollevare i quesiti – nel silenzio generale della politica, sia a destra ma anche a sinistra – è il terzo e ultimo report redatto da Libera e dalle altre 20 associazioni aderenti alla rete civica Open Olympics 2026, dal titolo Alla vigilia dei Giochi Invernali Milano Cortina: tra dati e “non dati” come si classifica il diritto di sapere?. Tra esse anche Club Alpino Italiano (CAI), WWF Italia, Italia Nostra, Legambiente e Mountain Wilderness Italia.

Un monitoraggio possibile solo grazie alle pressioni esercitate negli scorsi anni dalle stesse associazioni che avevano costretto alla pubblicazione dei dati da parte delle stazioni appaltanti, a partire dal portale Open Milano Cortina 2026 da parte di Simico (Società Infrastrutture Milano Cortina). Ma molto, avvisa la Rete, resta opaco, parziale, non del tutto conoscibile: i “non dati”.

Pronte per i Giochi solo 42 opere su 98

Secondo il rapporto, sulle 98 opere previste – per un investimento complessivo di 3.54 miliardi di euro, delle quali solo il 13% dedicate ai Giochi e l’87% alla legacy – solo 42 hanno una fine lavori prevista prima dell’evento. “Il 57% degli interventi sarà completato dopo i Giochi”, scrivono le associazioni, con l’ultimo cantiere che chiuderà i battenti nel 2033.

Delle 42 opere, 16 sono concluse parzialmente

Inoltre, 16 interventi, inclusi 8 essenziali (tra cui la pista da bob “Cortina Sliding Centre”, l’innevamento artificiale e il Villaggio olimpico di Cortina) presentano una consegna solo parziale (“fine ante-olimpiadi”), ma “l’assenza di metadati non permette di capire in che stato saranno allo scoccare del tempo olimpico”, si legge nel rapporto.

Nel solo 2025 la data di fine lavori è stata posticipata per il 73% delle opere del Piano, spesso in modo rilevante, con slittamenti che in alcuni casi superano i tre anni. Sul fronte economico, nei primi dieci mesi del 2025 il valore del Piano è cresciuto di 157 milioni (+4,6%), con aumenti che riguardano 34 opere già presenti, uno sdoppiamento e tre nuove opere. Le variazioni più rilevanti toccano Longarone (+43 milioni), Perca (+31 milioni) e Sondrio (+13,3 milioni).

Il rapporto evidenzia che “resta impossibile capire chi stia sostenendo questi aumenti, perché il portale Open Milano Cortina 2026 non riporta le fonti di finanziamento“.

I dati opachi o non conoscibili

Accanto ai dati disponibili, le associazioni elencano anche i principali “non dati”, ovvero le domande rimaste senza risposta.

  • Il primo riguarda l’impatto ambientale: “Manca l’impronta di CO2 per singola opera, nonostante la metodologia sia prevista dal CIO”. L’unico valore noto è la stima della Fondazione: 1.005.000 tonnellate di CO2 equivalente per l’intero ciclo dell’evento.
  • Il secondo tema riguarda la spesa complessiva: “Sappiamo quanto costa il Piano delle Opere, ma non chi stia coprendo gli incrementi”. Il Budget Lifetime della Fondazione Milano Cortina è indicato in 1,7 miliardi, ma il documento non è pubblico.
  • Il terzo riguarda i subappalti: “Sono visibili i nomi, ma non i valori economici. Senza CIG non è possibile incrociare automaticamente i dati con la piattaforma ANAC”, avvertono le associazioni. La rete Open Olympics 2026 sottolinea inoltre come il portale Open Milano Cortina 2026 copra solo una parte dell’intero perimetro olimpico. La sola Regione Lombardia, per esempio, attraverso il portale “Oltre i GIOCHI 2026”, elenca 78 interventi per 5,17 miliardi, di cui 3,82 miliardi non presenti nel portale Open Milano Cortina 2026. “Risultato: asimmetria informativa sistemica” commenta la rete.

La risposta (paradossale) di Simico

Al rapporto ha risposto subito Simico, secondo la quale – paradossalmente – lo stesso rapporto delle associazioni “certifica la trasparenza del lavoro di Simico”. La società sottolinea come il report si basi sui dati di un portale “primo nel suo genere”, come se la trasparenza sull’utilizzo di soldi pubblici in opere pubbliche fosse una concessione e non un dovere…

E aggiunge che “per ciò che attiene agli approfondimenti ambientali è in corso la redazione del Report di Sostenibilità che sta raccogliendo tutte le informazioni che saranno altrettanto disponibili”, quando, non si sa.

E per ciò che invece attiene alle fonti di finanziamento, Simico spiega che “sono quelle già indicate e pubblicate dal dpcm di riferimento e si rimanda poi alle fonti di legge previste”. Peccato che dalla previsione legislativa all’operatività del cantiere vi siano decine di passaggi che restano opachi. Ma questo a Simico non devono certo spiegarlo le associazioni…