Oltre 37mila nuovi casi di contagio e 699 morti nelle ultime 24 ore. L’Iss: “Livelli ancora critici. Rt è sopra 1 ma rallenta la crescita”

Sono 37.242 (ieri erano stati 36.176) i nuovi casi di contagi registrati in Italia nelle ultime 24 ore a fronte di 238.077 tamponi, circa dodicimila in meno di ieri. Le vittime sono 699 contro le 653 del giorno precedente. Gli attualmente positivi, secondo quanto riferisce il bollettino giornaliero del ministero della Salute, sono 777.176, con un incremento, sempre rispetto a ieri, di 15.505 unità.

Si registra, inoltre, un aumento di guariti, ben 21.035. Sul versante dei ricoveri: +347 rispetto a ieri nei reparti ordinari, per un totale di 33.957; continuano a rallentare quelli in terapia intensiva, sono 3.748 (+36). I positivi in isolamento domiciliare sono, invece, 739.471. La regione con il maggior numero di nuovi contagi è sempre la Lombardia con 9.221 casi, seguita da Campania (4.226) e Piemonte (3.861).

“L’Epidemia si mantiene a livelli critici, si riduce Rt rispetto a settimana precedente. Però non dobbiamo cantar vittoria perché Rt è sopra 1 e questo significa che i casi continuano a crescere anche se più lentamente. Inoltre l’incidenza mette in crisi l’assistenza. Negli ultimi giorni il numero di casi comincia ad appiattirsi, e questo indica un rallentamento della crescita dell’incidenza. E’ quanto ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, nel corso della consueta conferenza stampa dedicata all’andamento dell’epidemia.

“Quanto ai nuovi casi nei 7 giorni – ha aggiunto – abbiamo 351 nuovi casi per 100mila abitanti, ma con differenze che cominciano ad essere significative, alcune regioni con aumenti a due cifre invece che tre, altre superano addirittura i 500 o i 700. L’età mediana lentamente cresce. Oggi è a 48 anni, ancora sotto i livelli raggiunti a febbraio-marzo ma è in crescita. La quota di persone positive sopra i 70 anni continua a crescere”.

“Ormai praticamente in tutta Italia – ha aggiunto Brusaferro – sono state superate le soglie di rischio in terapia intensiva. Vuol dire che diffusamente ci troviamo in una situazione in cui l’attività programmata per i bisogni di salute viene dilazionata per far fronte a questa domanda di assistenza per Covid. La probabilità di saturazione dei posti letto, anche quelli attivabili, a 30 giorni, si è un po’ allontanata. Ciò vale sia per area medica sia per terapia intensiva”.

“Tutto indica e dimostra come la strategia di diversificazione delle misure rispetto al livello di rischio – ha detto il presidente del Consiglio Superiore della Sanità, Franco Locatelli – è stato efficace. Dico a chiarissime lettere però che questi indicatori di miglioramento devono essere un’incentivazione per essere ancora più rigorosi. Nel senso che quanto si sta ottenendo deve trovare conferma in una strategia che deve andare avanti anche per i prossimi giorni, quando l’indice Rt andrà sotto uno. I dati sono positivi, ma questo è un motivo in più per insistere. L’errore di pensare che tutto è alle spalle l’abbiamo già commesso nel corso dell’estate, speriamo di non ripeterlo”.

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