Oltre cento boss fuori dalle celle, ma il Garante dei detenuti smentisce. “Un solo 41bis è ancora ai domiciliari”

“Di persona detenuta al 41 bis attualmente ancora ai domiciliari ce n’è una sola, pendente il ricorso davanti alla Corte Costituzionale”. E’ quanto ha detto il Garante nazionale delle persone private della libertà personale, Mauro Palma, a proposito dei detenuti speciali scarcerati durante l’emergenza Covid. “Le decisioni dei magistrati – ha aggiunto il Garante – si rispettano, anche quelle che stabiliscono che una persona debba proseguire la sua detenzione ai domiciliari”.

L’opposizione aveva chiesto le dimissioni del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, parlando 112 su 223 detenuti ancora ai domiciliari, nonostante il provvedimento emanato dallo stesso Guardasigilli per ripristinare la detenzione in carcere. “E’ scandaloso – ha scritto la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni – che 112 mafiosi e narcotrafficanti scarcerati durante il lockdown non siano mai tornati dietro le sbarre e si trovino ancora ai domiciliari. Il ‘sommo scarceratore di boss’ Bonafede aveva giurato che dopo averli liberati li avrebbe riportati uno ad uno in galera, ma era una colossale menzogna”.

“Dopo le note scarcerazioni – scrive Bonafede in un post su Facebook -, decise dalla magistratura in piena autonomia e indipendenza nel bel mezzo della pandemia, su mia iniziativa il governo ha approvato due decreti, che hanno imposto di rivalutare, con il parere obbligatorio delle direzioni distrettuali antimafia, la posizione di tutti i detenuti per reati gravi posti ai domiciliari. Sono decreti che hanno modificato leggi in vigore da almeno cinquanta anni e che nessuno aveva mai cambiato”.

“In base a quanto previsto – aggiunge il Guardasigilli -, i detenuti (posti ai domiciliari, ci tengo a ribadirlo, in forza di un provvedimento giudiziario) sono dunque tornati davanti ad un giudice, che ha preso le sue decisioni, ovviamente in assoluta autonomia. Come per tutti i provvedimenti in materia di giustizia, ho già avviato uno stretto monitoraggio per verificare l’applicazione dei due decreti antimafia”.