Ombre sui pacemaker di Stato. Dopo gli articoli de La Notizia, scende in campo l’Anac di Cantone

Il pressing esercitato da Cantone poggia sugli articoli 42 (“Conflitto d’interesse”) e 77 (“Commissioni di aggiudicazione”) del nuovo Codice degli appalti

di Stefano Sansonetti

Sugli appalti sanitari della Consip, una torta che viene spartita quasi sempre tra le stesse società, scende in campo Raffaele Cantone. L’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) ha deciso di aprire un fascicolo dopo che La Notizia ha rivelato come le forniture di pacemaker e defibrillatori, per un totale di 166 milioni di euro, nei mesi scorsi fossero state assegnate dalla Centrale acquisti del Tesoro sempre a raggruppamenti con la simultanea presenza dell’americana Boston Scientific e della tedesca Biotronik. Situazione simile anche per la fornitura di stent coronarici. E così la Consip, da poco guidata dell’Ad Cristiano Cannarsa, chiamato a far dimenticare il periodo travagliato dell’ax Ad Luigi Marroni, si ritrova ancora una volta in fibrillazione. Il pressing esercitato da Cantone, come è in grado di rivelare il nostro giornale, poggia fondamentalmente sugli articoli 42 (“Conflitto d’interesse”) e 77 (“Commissioni di aggiudicazione”) del decreto legislativo 50 del 2016, ovvero il nuovo Codice degli appalti.

L’affondo – Il numero uno dell’Anac, in sostanza, ha sottoposto alla Consip quattro richieste: con quali criteri sono stati scelti i componenti delle commissioni giudicatrici; come è stata verificata la sussistenza o meno delle cause di incompatibilità in capo ai suddetti componenti; le copie delle attestazioni dell’insussistenza delle cause di incompatibilità da parte dei membri delle commissioni; in che modo l’Aiac (Associazione italiana aritmologia e cardiostimolazione) può aver influito sulla nomina dei membri delle commissioni. Del resto al fuoco sembra esserci un bel po’ di carne. La Notizia aveva segnalato come nella commissione giudicatrice della gara per i pacemaker ci fossero i cardiologi Giampiero Maglia e Massimo Zoni Berisso, rispettivamente vicepresidente e tesoriere dell’Aiac. Maglia, tra l’altro, dal 2011 a oggi ha spesso e volentieri ottenuto consulenze proprio da Biotronik e Boston Scientific, oltre che da altre società del settore. E contattato dal nostro giornale aveva detto che in realtà sarebbe molto difficile trovare in Aiac un cardiologo che non abbia avuto consulenze da questi gruppi. Nella commissione giudicatrice della gara per i defibrillatori impiantabili, poi, erano presenti i cardiologi Fabrizio Ammirati e Giovanni Bisignani, rispettivamente ex vicepresidente Aiac e consigliere dell’Aiac Calabria.

I rapporti tra l’associazione dei cardiologi e le società produttrici di apparecchi medici sono consolidati. Non esiste congresso nazionale, convegno o seminario che non abbia in qualche modo come sponsor Biotronik e Boston Scientific, con altri grossi operatori del settore come Medtronic, Abbott e Sorin. Di più, perché come ammesso in calce a un contributo scientifico del marzo 2014 sul Corriere della sera, in cui era stato sentito come esperto, un altro pezzo grosso dell’Aiac come l’ex presidente Gian Luca Botto (oggi comunque presente nel direttivo dell’associazione) aveva ammesso di aver ricevuto fondi o consulenze da diverse società del settore, tra cui Boston Scientific e Biotronik. In più la stessa Consip, nell’illustrare nell’ottobre 2016 la prima gara pubblica per la fornitura di pacemaker, aveva comunicato che l’Aiac era stata “di fondamentale importanza nella definizione delle caratteristiche tecniche dei dispositivi oggetto dell’iniziativa”.

Le norme – Insomma, per tutto questo Cantone sta procedendo richiamandosi al nuovo Codice degli appalti. L’articolo 77, comma 4, riferendosi alle commissioni giudicatrici dice che “i commissari non devono aver svolto né possono svolgere alcun’altra funzione o incarico tecnico o amministrativo relativamente al contratto del cui affidamento si tratta”. L’articolo 42 stabilisce che “le stazioni appaltanti prevedono misure adeguate per contrastare le frodi e la corruzione, nonché per individuare, prevenire e risolvere in modo efficace ogni ipotesi di conflitto di interesse”. Ipotesi che, prosegue la norma, si ha quando un commissario ha direttamente o indirettamente un interesse che può minare la sua imparzialità e indipendenza.

Twitter: @SSansonetti

Riceviamo e pubblichiamo:

In merito agli articoli pubblicati dal Suo quotidiano il 29 novembre (“Pacemaker e stent che giro di consulenze dietro le gare Consip”), il 30 novembre (“Cardiologi, la lobby batte forte specie sugli appalti Consip”) e il 1 dicembre (“Pacemaker di Stato appalti Consip nel mirino di Cantone”), Consip respinge fermamente le illazioni in essi contenute circa l’esistenza di possibili conflitti di interesse tra commissari di gara e società partecipanti.

A tal proposito, le seguenti precisazioni e rettifiche:

  1. Nello specifico settore degli approvvigiornamenti sanitari, Consip ha regolamentati rapporti di ricerca e studio con, pressoché, la totalità delle Società scientifiche, ovvero i rappresentanti dei medici, utilizzatori finali dei beni e servizi acquisiti. Alla luce di tali rapporti, con l’obiettivo della migliore acquisizione possibile, Consip coinvolge nel ruolo di commissari di gara rappresentanti qualificati della classe medica. Ciò avviene con un bando pubblico che alimenta un apposito Albo da cui sono sorteggiati, di volta in volta, gli esperti delle singole merceologie sanitarie che parteciperanno alle commissioni di gara.
  2. I commissari di gara esterni alla Consip, individuati attraverso il succitato bando, sottoscrivono una “lettera di incarico” e successivamente – all’inizio dei lavori, quando noti i partecipanti – una “dichiarazione di assenza di conflitti di interessi” (quest’ultima anche i commissari interni), dichiarando in entrambe, tra le altre, di non avere in corso rapporti di dipendenza e/o collaborazione di qualsiasi tipo con alcuno dei partecipanti. Nel caso della guerra in oggetto, tali documentazioni sono state regolarmente rese da tutti i commissari.
  3. Le decisioni della commissione di gara – secondo le regole che Consip si è data – si fondano sul principio del “collegio perfetto”, ovvero che ogni scelta è unanime e condivisa tra tutti i membri di commissione, comportando che non basta la volontà di un singolo a determinare quella di tutto il collegio. A ulteriore tutela, la decisione finale sulla aggiudicazione della gara è presa da un altro organo collegiale, il Consiglio di Amministrazione, nel rispetto del principio della “segregazione funzionale” delle responsabilità.
  4. Le procedure di gara in oggetto portano alla stipula di un “Accordo Quadro”, ovvero un contratto tra Consip e più operatori economici in cuin si definiscono le condizioni della fornitura, rimandando a successivi “appalti specifici” l’approvvigionamento effettivo delle amministrazioni. Queste potranno stipulare appalti con uno, più o tutti gli aggiudicatari, anche diverso dal primo in graduatoria, sulla base del principio della “scelta clinica”, al fine di rispondere alle diverse patologie ed esigenze cliniche dei pazienti. Nella natura giuridica dell’accordo quadro non è, quindi, prevista la certezza dell’acquisto, che è rimessa alla convenienza tecnico-economica della amministrazione acquirente.
  5. Infine, i concorrenti hanno partecipato alle procedure di gara menzionate sempre in forma singola (e non in raggruppamento come riportato).Direzione Affari Legali Consip

    Risponde l’autore dell’articolo:

    “La Consip dovrebbe preoccuparsi di inviare precisazioni all’Autorità nazionale Anticorruzione, che ha aperto un fascicolo sulla vicenda segnalata da La Notizia”.

    Stefano Sansonetti