Omicidio Chiara Poggi, dalle nuova analisi sul dna arriva la svolta: per i consulenti del gip c’è “piena concordanza” con la linea paterna di Andrea Sempio

Nuova analisi biostatistica sul Dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi: “piena concordanza” con la linea paterna di Andrea Sempio

Omicidio Chiara Poggi, dalle nuova analisi sul dna arriva la svolta: per i consulenti del gip c’è “piena concordanza” con la linea paterna di Andrea Sempio

Nell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi riaffiora un elemento rimasto a lungo sullo sfondo: il materiale genetico trovato sotto due unghie della giovane, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. L’analisi biostatistica condotta da Denise Albani, genetista del gabinetto di polizia scientifica e perita nominata dalla gip di Pavia, indica “piena concordanza” tra l’aplotipo Y rilevato all’epoca e la linea paterna di Andrea Sempio, oggi indagato. Una compatibilità che, secondo quanto anticipato dal Corriere della Sera e da Repubblica, ricondurrebbe quel profilo genetico a un numero ristrettissimo di individui: in sostanza ai parenti maschi dell’indagato.

La comunicazione della perita è arrivata nelle scorse ore alle parti e alla procura, in attesa della perizia completa che sarà depositata a inizio dicembre e discussa in udienza il 18. La conclusione rovescia il giudizio espresso anni fa da Francesco De Stefano, perito della Corte d’Appello bis che aveva dichiarato quel Dna “non consolidato” e quindi non utilizzabile. Albani ritiene invece che, pur con campioni parziali, la sessione di analisi a 5 microlitri abbia prodotto un aplotipo misto con dodici marcatori sufficienti per arrivare alla piena compatibilità di linea paterna. Resta però aperta la questione decisiva: se quel materiale arrivi da un contatto diretto negli istanti del delitto o da un trasferimento indiretto, magari attraverso un oggetto toccato in precedenza in casa Poggi.

Omicidio Chiara Poggi, dalle nuova analisi sul dna arriva la svolta: per i consulenti del gip c’è “piena concordanza” con la linea paterna di Andrea Sempio

Davanti a queste novità, la difesa di Sempio invita alla cautela. I consulenti dell’indagato giudicano i risultati “non particolarmente forti” dal punto di vista statistico, ricordando che si tratta di un Dna “degradato, parziale, misto e non consolidato”. Gli avvocati Liborio Cataliotti e Angela Taccia, difensori di Sempio, definiscono quelle circolate mere anticipazioni biostatistiche, “non una perizia completa”. Anche qualora fossero correttamente interpretate, sostengono, la compatibilità non sarebbe “individualizzante” e quindi non potrebbe indicare un unico soggetto. Mancano inoltre gli elementi fondamentali per attribuire quella traccia all’omicidio: la dinamica del contatto, la sua natura e il momento in cui sarebbe avvenuto.

Scettici anche i consulenti della famiglia Poggi, secondo cui un risultato ottenuto da un campione dichiarato “non consolidato” e non riproducibile nel 2014 non può essere definito scientificamente affidabile. Se undici anni fa quel materiale non era considerato comparabile, sostengono, non sarebbe corretto utilizzarlo ora per una valutazione biostatistica.

Il 18 dicembre toccherà alle parti chiarire se quella traccia possa davvero raccontare qualcosa di nuovo su una vicenda che da oltre quindici anni continua a cercare una risposta definitiva.

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