Omicidio Desirée, convalidati gli arresti dei tre sospettati. Solo uno di loro ha risposto alle domande del gip

Nel carcere romano di Regina Coeli gli interrogatori di garanzia dei sospettati dell'omicidio di Desirée Mariottini

Il gip del Tribunale di Roma, Maria Paola Tomaselli, ha convalidato il fermo dei tre indagati per la morte e lo stupro di Desirée Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina trovata morta il 19 ottobre scorso in uno stabile occupato di via dei Lucani, nel quartiere San Lorenzo di Roma.  Il giudice si è riservato, invece, di decidere nelle prossime ore in merito all’emissione della misura cautelare.

Solo uno dei tre fermati per l’omicidio della giovane ha risposto alle domande del gip durante l’interrogatorio di convalida che si è tenuto questa mattina nel carcere romano di Regina Coeli. Gli altri due fermati hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Massimo riserbo degli inquirenti che hanno lasciato il penitenziario senza rilasciare alcun commento. Davanti al giudice sono comparsi Brian Minteh, 43 anni, del Senegal, l’unico ad aver risposto alle domande del gip, il suo connazionale Mamadou Gara, 27 anni, e il 46enne nigeriano Chima Alinno. “Non mi sarei mai permesso neanche di sfiorare Desirée perché si vedeva che era una bambina” avrebbe riferito al suo avvocato uno dei tre, il nigeriano Chima.

Il terzo sospettato dell’omicidio, Yusif Salia, 32 anni del Gambia, è stato rintracciato ieri dalla Polizia a Foggia in un insediamento abusivo, a Borgo Mezzanone, frazione di Manfredonia, poco distante da un Centro richiedenti asilo politico. All’interno della baracca dove si nascondeva, la Polizia ha trovato circa 10 chilogrammi di marijuana. La sua posizione è ora al vaglio degli inquirenti.

A tutti e quattro i sospettati sono contestati, dall’aggiunto Maria Monteleone e dal pm Stefano Pizza, i reati di omicidio volontario, violenza sessuale e cessione di stupefacenti. Secondo quanto si è appreso gli investigatori della Mobile romana, guidati da Luigi Silipo, sarebbero sulle tracce di altri presunti complici dei quattro africani già fermati.