Ora la Meloni vuole scegliersi pure l’opposizione

La premier in pectore indignata con Letta per l'attacco a Fontana ha superato il Cav nell'arte del vittimismo.

C’è un aspetto che sfugge a molti commenti di questo governo che deve ancora nascere con a capo di Giorgia Meloni che merita molta attenzione. Dopo aver per anni ripetuto di essere “pronti” per governare dimostrando invece di non riuscire a trovare la quadra nemmeno con i propri alleati la destra, che non governa ma parla già da governatrice, negli ultimi giorni si è inventata il manuale della buona opposizione che vorrebbe.

La Meloni se l’è presa con il segretario del Pd Letta per le sue frasi su Fontana

Giorgia Meloni se l’è presa con il segretario del Partito democratico Enrico Letta per le sue frasi su Fontana presidente della Camera piuttosto risentita: “Per Letta Fontana è sfregio ad Italia? – ha detto ai giornalisti la presidente del Consiglio in pectore -. è interessante questa sinistra che ci parla di rispetto per le istituzioni ma è un rispetto che vale solo se le rappresentano loro. è un’idea curiosa di democrazia che però abbiamo già sperimentato”.

Il trucco di scambiare le persone che rappresentano le istituzioni per le istituzioni stesse è antico quanto la Repubblica. Ogni volta viene estratto dal cilindro per difendersi da scelte e persone ritenute largamente impopolari. Non sfugge però che Giorgia Meloni faccia la scena dell’assediata sia all’opposizione che al governo: si lamenta in entrambi i casi perché evidentemente funziona sempre.

Non c’è che dire: se questa destra ha un enorme talento è il vittimismo che sfodera in qualsiasi occasione. Del resto funzionava già ai tempi di Silvio quando gridava al fuoco al fuoco mentre con l’altra mano appiccava l’incendio. Siamo ancora qui.