Orrore a Terni. Dodicenne picchiata da un compagno di scuola senegalese: aveva un crocifisso al collo. Pronto l’attacco di Salvini: il ragazzino torni nel suo Paese

L’unica colpa era quella di indossare un crocifisso al collo. Per questo, una dodicenne è stata picchiata dal suo compagno di classe, senegalese, all’uscita di una scuola media di Terni. La ragazzina ha riportato una contusione toracica che, dopo essere stata visita al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria, è stata giudicata guaribile entro una ventina di giorni. Lo studente senegalese vive in una famiglia stabilitasi a Terni da diversi anni, non solo regolarmente presente in città ma anche ben integrata con il tessuto sociale.

LA CAUTELA
A 12 anni il ragazzo non è imputabile per questo a livello legale dunque non verranno aperti procedimenti, anche perché vista la giovane età, i carabinieri si stanno muovendo con molta cautela sulle reali intenzioni del giovane di pronunciare quelle parole (“togliti quel crocifisso dal collo”). Parole forti, che un ragazzino di 12 anni potrebbe anche aver ripetuto, dopo averle ascoltate in tv o chissà dove, senza conoscerne il reale significato. Al momento è questo il contesto su cui si stanno muovendo i carabinieri, anche dopo aver parlato con i genitori della bambina e con il direttore scolastico dell’istituto. Resta comunque il gesto forte di una aggressione fisica e verbale. Infatti, dopo averle intimato più volte di togliersi la collanina, il senegalese ha colpito la ragazzina alle spalle sferrandole un violentissimo colpo di karate che l’ha quasi tramortita. La madre della studentessa è immediatamente intervenuta e ha bloccato il giovane che, sentito dai militari, ha ammesso di aver aggredito la ragazza perché questa indossava il crocifisso al collo. La dodicenne ha confermato ai carabinieri che il 12enne africano, che aveva iniziato a frequentare la scuola una ventina di giorni fa, l’aveva presa di mira, con insulti e altre aggressioni, proprio a causa del crocifisso.

LE REAZIONI
“Il ragazzino, e i suoi parenti, vengano rispediti al loro Paese – ha commentato il leader della Lega Nord, Matteo Salvini – che bella integrazione…”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Giorgia Meloni: “Sono questi gli episodi che ci fanno comprendere quanto odio venga trasmesso anche ai più piccoli”. La leader di Fratelli d’Italia ha poi incalzato: “A casa nostra neanche i nostri figli sono più al sicuro rispetto all’intolleranza di chi pensa di venire in Italia e imporci la propria ideologia Non ti piace il crocifisso? Vai a vivere da un’altra parte”.