di Lapo Mazzei
Voto segreto o voto palese? Applicazione del regolamento o variazione sul tema? Pro o contro Silvio Berlusconi? Potrà anche sembrare un dibattito sterile, fine a se stesso, per la troppa tecnicità. Eppure, essendoci di mezzo il Cavaliere, la questione è tutt’altro che di secondaria importanza. Perché in ballo c’è la decadenza da senatore del leader del Pdl. E visto che l’ex presidente del Consiglio ha ribadito la propria fiducia al governo guidato da Enrico Letta, il particolare – voto segreto o palese – è tutt’altro che di secondaria importanza. Un’eventuale accordo fra franchi tiratori, nel caso di voto segreto, sul modello di quello che salvò Bettino Craxi quando il voto del Movimento Sociale gli evitò l’arresto, potrebbe rimettere in discussione il futuro dell’esecutivo. E siccome i grillini sono pronti a tutto, meglio avere un quadro ben chiaro e delineato e non una cortina fumogena dietro alla quale si muovono le ombre di accordi e accordicchi per mettere in difficoltà tanto il Pdl quanto il Pd. Per questa ragione oggi la Giunta per il Regolamento del Senato si riunirà a partire dalle 14. Sul tavolo 19 proposte di modifica che toccano gli argomenti più disparati e su cui sono al lavoro i tre relatori nominati nell’ultima seduta della Giunta: la presidente della commissione Affari costituzionali Anna Finocchiaro (Pd), Donato Bruno (Pdl) e Roberto Calderoli (Lega). Tra le proposte ce n’è anche una, presentata dal Movimento 5 Stelle, che prevede l’abolizione del voto segreto. Se approvata, dovrebbe passare per il vaglio dell’Aula e si estenderebbe naturalmente anche a tutte le decisioni future della Giunta delle elezioni. Il voto segreto è una delle modalità di voto previste dall’articolo 113 del Regolamento del Senato per alcuni tipi di votazioni, da quelle relative alle persone o alle elezioni mediante schede, a quelle relative ai rapporti civili ed etico sociali garantiti da alcuni articoli della Costituzione. Il Regolamento prevede anche delle eccezioni: in particolare al comma 5 dell’articolo 113, dove è previsto che “laddove venga sollevato incidente in ordine alla riferibilità della votazione” ai casi indicati dal Regolamento, “la questione è risolta dal presidente sentita, ove lo creda, la Giunta per il Regolamento”.
Quella sulla votazione palese in Aula sulla decadenza di Berlusconi al posto di quella segreta, è questione spinosa che sarà quasi sicuramente affrontata oggi dalla Giunta e che potrebbe essere connotata come “ad personam”, anche se ci sarebbero stati casi analoghi. I gruppi parlamentari hanno lavorato per tutta la giornata di ieri sull’argomento. Tra gli orientati per un sì al voto palese ci sono Pd, M5s e Lega. Anche Sel è contraria in ogni caso al voto palese sulle richieste avanzate dalla magistratura. In questo caso, poi, siccome la decadenza è legata alla prima applicazione della legge Severino chiederà a Grasso il voto palese.
La posizione di Grasso
Insomma, decidere in che modo votare è tutt’altro che una cosa semplice. Sul tema, ovviamente, ha detto la sua anche il presidente del Senato. “Procederemo sempre secondo regole, tempi e modi previsti” ha spiegato Pietro Grasso. “Ci sono sicuramente dei regolamenti che vanno adattati ai tempi e alle esigenze di una politica molto più agile. Pensavamo addirittura di unificare i nostri regolamenti con quelli della Camera e di trovare soluzioni univoche. In questa ottica dobbiamo valutare, vedremo”. Vedremo soprattutto se la seconda carica dello Stato vorrà tollerare, qualora tutto rimanga com’è, la violazione del voto segreto tramite fotografie (da postare subito su Facebook, s’intende) ed escamotage vari. Sarebbe l’ultima beffa.