Il mondo fa paura e l’aldilà ancora di più. Prima o poi però questo pianeta sarà felice. La confessione di Paolo Villaggio alla figlia Elisabetta

La morte, la crisi economica, i social e il nostro futuro visti dal maestro Paolo Villaggio che, tempo fa, è stato intervistato dalla figlia Elisabetta

Avrei preferito che mi dicessero di no. Invece me lo hanno chiesto. Ovvio, direbbero tutti, anzi facile. Invece no, non per me. Devo intervistare mio padre. Lo incontro a casa sua davanti ad un piatto di risotto con i carciofi e iniziamo subito a chiacchierare.

Com’è il mondo dal punto di vista di un ottantenne?
C’è stato negli ultimi dieci anni un balzo tecnologico per il quale hai la sensazione di appartenere ad un’altra era.

Quindi ti senti escluso?
Assolutamente si. Ormai ci sono solo delle sigle. Un tempo c’era il numero di telefono poi c’è stato il periodo del fax che è durato 30 anni. Oggi è scomparso, come anche il telefono di casa è sparito a favore di questi telefonini che poi sono molto di più che semplici telefoni e sono diventati dei mezzi di comunicazione di massa incredibili prova ne sia tutta la vicenda di Grillo che si è affermato grazie a questi nuovi mezzi di cui io non conosco nemmeno l’esistenza. Ci sono parole come blog, sito o altre che non so nemmeno cosa vogliano dire.

Se ti dico facebook sai cosa vuol dire? E Twitter? E IPad?
No, nulla.

Ti piacerebbe saperle usare queste cose?
Si perché è molto pratico. Ormai sei tagliato fuori, sei succube di giornali che non sono leggibili perché sono giornali padronali o di partito. È una sensazione strana, capitata improvvisamente, ti senti tagliato fuori e tutto è accaduto nel giro degli ultimi 15 anni.

In Giappone i vecchi non sono esclusi.
No loro sono più tenaci, imparano, il loro mondo è tecnologico. La cultura giapponese è divisa tra il passato che è rimasto immutato da quattromila anni e un mondo ipermoderno. In Inghilterra ci sono delle forme quasi folcloristiche, i reali non vogliono comunicare se il futuro nascituro sarà maschio o femmina, mi sembrano aspetti graziosi ma antichi e fiabeschi. Poi c’è la vicenda del Papa che a tanti piace molto anche se si è spogliato della regalità. Dovrebbe essere il rappresentate di Dio in terra ma si è umanizzato, non ha le scarpe rosse, dice buonasera, è divertente e convince ma…

Ma?
Non fa che diventare un Papa molto terreno, una specie di parroco, e i giornali e le tv non fanno che esaltarne questo aspetto, una normalità che non è degna della divinita. Finora il Papa non ha fatto nulla ma si è comportato in maniera molto terrena. Quello che manca in questa vicenda è la fede, la fede nell’aldilà. Lo chiamano Francesco ma è tutta retorica. Cosa vuol dire essere il Papa dei poveri quando nel mondo ci sono miliardi di poveri? È solo retorica, la ricchezza è diventata una colpa. Questo Papa vive di aneddoti, mi sembra che il fatto di pagare l’albergo, di andare in pulmino sia aneddotica. Il problema di fondo è che manca l’idea della divinità. Esaltare il fatto che il Papa non è più vestito da monarca ma abbraccia la gente per strada non fa altro che aumentare l’ammirazione e la voglia che hanno i più di vederlo come uno buono, normale. L’uomo ha sempre creduto in Dio e credere in Dio vuol dire credere nella legge del Signore con una morale che impediva la scienza. La scienza ha scoperto che la terra non è al centro dell’universo.

Che differenza c’è tra i ventenni di oggi e quelli dei tuoi tempi?
Il progresso tecnologico. I ventenni oggi hanno una conoscenza maggiore, alla mia epoca i giovani conoscevano solo il borgo o la città dove vivevano. C’è stato un balzo in avanti di conoscenza. Oggi viviamo in un altro mondo che fa paura.

Perché?
Perché il sistema solare è una stella quarta di grandezza e tutte le galassie si allontano alla velocità della luce, il tutto dà una sensazione di caos, di meteoriti che potrebbero schiantarsi.

Qual è il periodo più felice della vita?
Dipende anche da quello che ti succede. In una cultura come la nostra non l’infanzia perché è un periodo incerto e pieno di paure. Nella nostra cultura il denaro è un motivo per il quale la gente ha scatenato guerre mondiali, usure. Il denaro impone le grandi differenze tra i ricchi e i poveri. Bisogna stabilire che il denaro verrà abolito e le future generazioni ne saranno libere. La cultura americana parla solo di soldi, di spread, di tassi d’interesse. Finge di essere libera. Il mondo oggi è stato involgarito dalla voglia di ricchezza e potere.

Qual è una cultura felice?
Forse il buddismo. E’ l’unica religione che con il nirvana, l’atarassia greca cioè l’assenza di desiderio, possa dare una soluzione saggia. Questo Papa non dà nessuna garanzia sull’evoluzione della fede. Un grande Papa dovrebbe cominciare e forse questo ha già cominciato. Non credo che riuscirà a risolvere problemi come l’unicità del creatore, bisognerebbe fare una specie di conclave con tutti i rappresentanti delle religioni e stabilire che un Dio non può avere la barba bianca e l’aspetto fisico così umano. Mi piacerebbe fare una capatina nel 35mila. Credo che ci sarà un pianeta più saggio quindi più felice. Oggi c’è troppa paura dell’aldilà. L’uomo del Medioevo aveva la certezza che dopo una vita in una valle di lacrime ci sarebbe stato l’aldilà. Forse a distanza di anni luce ci sono già delle culture più raffinate.

Gli alieni?
Forse ma è molto difficile sperare e credere che quelle culture così lontane, distanti anni luce da noi, possano entrare in contatto con il nostro pianeta.

Il tuo rapporto con il computer?
Zero. Oggi non dai più l’indirizzò di casa ma quello telematico.

L’email?
Si. Il mio non è un rifiuto infatti mi piacerebbe sapere usare questi mezzi anche per non sentirmi escluso. Ci sono tanti ottantenni che sono stati degli opinion leader negli anni ‘80 e ‘90 e oggi sono esclusi.

E la televisione?
La televisione, che è un mezzo mostruoso, ha fatto sì che per arrivare ad avere dei numeri importanti quindi avere l’ascolto si è abbassato il livello, più si abbassa il livello più si ottiene consenso come fa il Papa ora. Il prodotto deve essere vendibile. Anche la cultura si è abbassata quindi si va verso una mancanza di creatività e oggi in Italia c’è mancanza di creatività. Anche il cinema, che è stato monopolizzato dagli americani, ha creato un prodotto che deve essere venduto e questo ha appiattito la creatività. Per esempio i libri che vendono di più sono quelli di cucina. C’è stato un appiattimento verso il basso in generale.

Ti cambieresti con un ventenne di oggi?
Si, oggi il mondo è avanti.

Da La Notizia del 13/04/2013