Paolo Viviano: il no vax pentito che corre a farsi vaccinare contro il coronavirus

Paolo Viviano è un no-vax pentito: non voleva farsi vaccinare contro il coronavirus ma le terapie intensive piene lo hanno convinto. Lo dice

Paolo Viviano: il no vax pentito che corre a farsi vaccinare contro il coronavirus

Paolo Viviano vive a Barletta e di mestiere fa l’autista per la Asl. Repubblica racconta oggi che tra l’altro trasporta farmaci nei reparti degli ospedali. Anche quelli Covid. Ieri ha fatto la prima dose del vaccino contro il coronavirus e Covid-19.  “Sono sempre stato molto scettico, in generale, sui vaccini. Perché penso, anzi pensavo, che rappresentassero un modo per le cause farmaceutiche di arricchirsi”. Ma poi ha cambiato idea.

Paolo Viviano: il no vax pentito che corre a farsi vaccinare contro il coronavirus

Il 21 marzo Paolo Viviano ha rilanciato un post di Sara Cunial, la deputata no vax in cui un sedicente parroco diceva a proposito dei vaccini: “Con il pretesto di prevenire una malattia il cui tasso di letalità è stimato attorno allo 0.3%, esige veri e propri sacrifici umani di inaudita efferatezza… I veri interessi non sono di natura sanitaria, ma finanziaria”. Oggi risponde: “Pensavo avesse ragione. Ora sono convinto che tutte quelle cose sono delle cavolate. E mi dispiace averle in qualche modo rilanciate. Spero di non aver convinto nessuno”. “Non sono un medico ma lavoro da sempre negli ospedali. So di cosa stiamo parlando. A me, però, le cose imposte non piacciono. Vorrei decidere per me. Normalmente quando mi dicono che devo fare qualcosa, senza darmi la possibilità di scegliere sulla mia vita, non mi piace”.

Poi Paolo Viviano ha cambiato idea: “Quando mi sono guardato attorno. Quando ho visto le terapie intensive così piene, quando ho visto ragazzi di 40 anni arrancare senza respiro. Quando i miei amici medici, o infermieri, mi hanno raccontato, ogni mattina, che le rianimazioni scoppiano e che ci sono persone, senza alcuna patologia pregressa, che non riescono a stare in piedi perché
non hanno più fiato. Ecco, tutto questo non poteva essere un complotto. Era la verità. E io ce l’avevo davanti agli occhi. Ho avuto paura”.

Per questo ha finalmente capito che il suo medico che lo invitava a vaccinarsi aveva ragione. A dire cosa? “Che vaccinarsi era necessario: come cittadino. Come lavoratore. E poi avevo anche una responsabilità di padre”. Prego? «Mio figlio è un operatore socio sanitario, lavora qui. Per di più in un reparto Covid. E anche lui, vedendo le mie perplessità, aveva deciso di non vaccinarsi». E poi? «Oggi ci siamo vaccinati insieme».

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