Papa Francesco: “La natalità e l’accoglienza non vanno mai contrapposte”

L'intervento del Papa agli Stati Generali della Natalità: "La nascita dei figli è l'indicatore principale per misurare la speranza di un popolo".

Papa Francesco: “La natalità e l’accoglienza non vanno mai contrapposte”

“La natalità, così come l’accoglienza, che non vanno mai contrapposte perché sono due facce della stessa medaglia, ci rivelano quanta felicità c’è nella società. Una comunità felice sviluppa naturalmente i desideri di generare e di integrare, mentre una società infelice si riduce a una somma di individui che cercano di difendere a tutti i costi quello che hanno”. È quanto ha detto Papa Francesco intervenendo agli Stati Generali della Natalità alla presenza del premier, Giorgia Meloni.

L’intervento del Papa agli Stati Generali della Natalità: “La nascita dei figli è l’indicatore principale per misurare la speranza di un popolo”

“La nascita dei figli – ha detto ancora Bergoglio – è l’indicatore principale per misurare la speranza di un popolo. Se ne nascono pochi vuol dire che c’è poca speranza. E questo non ha solo ricadute dal punto di vista economico e sociale, ma mina la fiducia nell’avvenire”.

“Lo scorso anno l’Italia ha toccato il minimo storico di nascite: appena 393. È una grande preoccupazione per il domani”

“Ho saputo che lo scorso anno l’Italia ha toccato il minimo storico di nascite: appena 393 mila nuovi nati. È un dato che rivela una grande preoccupazione per il domani”, ha aggiunto il Pontefice. “Forse mai come in questo tempo – ha aggiunto -, tra guerre, pandemie, spostamenti di massa e crisi climatiche, il futuro pare incerto. Tutto va veloce e pure le certezze acquisite passano in fretta. Infatti, la velocità che ci circonda accresce la fragilità che ci portiamo dentro”.

“Le giovani generazioni sperimentano più di tutti una sensazione di precarietà”

“In questo contesto di incertezza e fragilità – ha proseguito Papa Francesco -, le giovani generazioni sperimentano più di tutti una sensazione di precarietà, per cui il domani sembra una montagna impossibile da scalare. Difficoltà a trovare un lavoro stabile, difficoltà a mantenerlo, case dal costo proibitivo, affitti alle stelle e salari insufficienti sono problemi reali”.

“Sono problemi – osserva il Santo Padre – che interpellano la politica, perché è sotto gli occhi di tutti che il mercato libero, senza gli indispensabili correttivi, diventa selvaggio e produce situazioni e disuguaglianze sempre più gravi. E ancora, per descrivere il contesto in cui ci troviamo, penso a una cultura poco amica, se non nemica, della famiglia, centrata com’è sui bisogni del singolo, dove si reclamano continui diritti individuali e non si parla dei diritti della famiglia”.

“Mai come in questo tempo, tra guerre, pandemie, spostamenti di massa e crisi climatiche, il futuro pare incerto”

“Forse mai come in questo tempo, tra guerre, pandemie, spostamenti di massa e crisi climatiche, il futuro pare incerto. Tutto va veloce – ha proseguito Bergoglio – e pure le certezze acquisite passano in fretta. Infatti, la velocità che ci circonda accresce la fragilità che ci portiamo dentro. E in questo contesto di incertezza e fragilità, le giovani generazioni sperimentano più di tutti una sensazione di precarietà, per cui il domani sembra una montagna impossibile da scalare”.

“Difficoltà a trovare un lavoro stabile, difficoltà a mantenerlo, case dal costo proibitivo, affitti alle stelle e salari insufficienti sono problemi reali. Sono problemi – ha aggiunto Papa Francesco nel corso del suo intervento agli Stati generali della Natalità – che interpellano la politica, perché è sotto gli occhi di tutti che il mercato libero, senza gli indispensabili correttivi, diventa selvaggio e produce situazioni e disuguaglianze sempre più gravi”.

 

Leggi anche: Dio, Patria e famiglia. Agli Stati generali la natalità s’è… Destra. Una convention piena di retorica. Chi non procrea è nemico dell’Italia