Paradossi dell’università: a Roma record di iscritti e anche degli affitti

Il paradosso delle università a Roma: record di iscritti negli atenei, ma è anche record degli affitti per gli studenti.

Paradossi dell’università: a Roma record di iscritti e anche degli affitti

A maggio scorso gli studenti montavano le tende all’interno della città universitaria de La Sapienza, a Roma, per protestare contro il caro affitti. Una problematica che, ad oggi, non è stata risolta. Mentre cresce il numero di studenti che scelgono le università capitoline e del Lazio per concludere il proprio percorso di studi, la situazione degli affitti rimane critica. Addirittura, secondo alcuni dati forniti da Immobiliare.it, nell’ultimo anno il costo è pure aumentato. E se Milano rimane in testa alla classifica delle città in cui gli affitti agli universitari costano di più, Roma si piazza al terzo posto con una media di 463 euro a stanza.

Affitti, a Roma i costi in aumento

Dopotutto basterebbe farsi un giro sui principali siti immobiliari per rendersi conto di quali siano i costi che i fuori sede sono costretti ad addossarsi. I quartieri più costosi rimangono Parioli e Flaminio, seguiti da Prati dove per un letto singolo si arriva a pagare anche 600 euro. Nei quartieri di Pigneto, San Lorenzo e Casal Bertone, invece, il costo di un affitto è aumentato del 14%; prezzi più alti (+12%) anche a Monteverde, Gianicolense, Colli Portuensi e Casaletto dove il prezzo medio per una stanza è di 521 euro. L’emergenza degli alloggi studenteschi, insomma, è un tema che rimane.

Non considerando, poi, come ha sottolineato Carlo Rienzi, presidente del Codacons, “che la spesa media per ogni studente si aggira tra i 5mila e i 10mila euro all’anno”.
Ad oggi, però, di soluzioni non se ne intravedono. E non bastano, purtroppo, i 3mila posti letto che Disco Lazio, l’ente regionale per il diritto allo studio, mette a disposizione dei fuori sede, che possono accedervi tramite bando pubblico. Né il dato che vede un aumento del 9% dei posti letto per gli studenti a Roma e nel Lazio. E neppure le ultime tre strutture universitarie che la Regione ha inaugurato sul finire del 2023: a Tor Vergata, a Ostia e presso il Camplus di via Antonio Toscani con un centinaio di nuovi posti letto.

Dalla Regione, intanto, fanno sapere che sono al lavoro per trovare una soluzione sui posti letto: “L’idea”, dice l’assessore regionale all’Università Giuseppe Schiboni, “è arrivare ad averne alcune centinaia in più entro quest’anno”. Anche perché, nel frattempo, mentre le Università del Nord Italia registrano un calo sostanzioso degli iscritti (-19% a Milano, – 7% a Torino, -3% a Bologna), sono sempre di più gli studenti che arrivano nella Capitale per studiare: tra il 2020 e oggi, infatti, ci sono oltre 3mila nuovi studenti in più.

Università, è boom di iscrizioni nella Capitale

Solo l’Università Roma Tre ha registrato, per l’anno accademico 2023-2024, il 36% di immatricolazioni in più rispetto a prima dell’emergenza Covid, passando da 5.024 nuovi iscritti a 6.839. Numeri in crescita anche per l’Università Tor Vergata, con il 22% in più di iscritti, e per il Foro Italico (+28%). Anche La Sapienza registra un risultato con segno positivo, ma appena dell’1%. A fronte di questi dati, risulta ancora più urgente intervenire e trovare soluzioni adeguate.

L’idea della Regione, a quanto dichiarano, è quella di lavorare a un piano di housing universitario che possa coinvolgere anche altri Comuni dell’area metropolitana, mettendo a disposizione alloggi non nella Capitale ma che siano comunque ben collegati alla città: si parla di Aprilia, Tivoli, Bracciano, Fiumicino, Cerveteri: “L’idea”, dice Schiboni, “è quella di non avere cattedrali nel deserto ma di coinvolgere i territori”. Di promesse la Regione guidata da Francesco Rocca non è certo parca, dopotutto i fuori sede che arrivano nella Capitale sono un affare da 3-400 milioni di euro, tra alloggi e spese varie. “Il 2024”, ha detto ancora Schiboni, “sarà l’anno della creazione della rete territoriale e delle soluzioni individuate vicino alle sedi universitarie. Compatibilmente con le risorse finanziarie, poi, l’intenzione è di aumentare i buoni per l’affitto. Siamo consapevoli che, nel mercato privato, è difficile trovare soluzioni a prezzi accessibili”