Parla da capo dell’opposizione. Casellati non è super partes. La seconda carica dello Stato è chiamata a un ruolo di garanzia. Ma ormai è sempre meno imparziale

L’occasione è arrivata con una lunga intervista rilasciata ieri al Corriere della Sera. Un’opportunità servita su un piatto d’argento per la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati che, dismessi i panni della seconda carica dello Stato, ha vestito quelli dell’opposizione attaccando su tutti i fronti possibili il governo targato Giuseppe Conte. Condivide il metodo del governo sul Recovery Plan, cara presidente del Senato e per questo chiamata ad essere super partes? Risposta: “Non lo condivido perché non lo vedo. È certo che le opposizioni devono essere coinvolte. Pensi se settant’anni fa i progetti per l’utilizzo dei fondi del Piano Marshall fossero stati decisi solo dalla maggioranza!”.

Un commento piccato e austero, proprio di chi non dovrebbe dare giudizi politici nel merito. E ancora: “Dalla fine del lockdown si parla di ripresa, ma oggi, dopo 5 mesi, tante parole e niente fatti. Non c’è una visione strategica del Paese, una visione lungimirante del futuro e dello sviluppo. Si mettono delle toppe, ma in realtà non ci si occupa dei veri problemi. È come nascondere la polvere sotto il tappeto. Faccio un esempio, i banchi con le rotelle non possono essere la risposta alle sfide strutturali della scuola”. No, a parlare ancora una volta non è Matteo Salvini o Giorgia Meloni, parlamentari chiamati legittimamente a rivolgere critiche nel merito all’operato del governo poiché leader delle opposizioni.

L’ATTACCO. A parlare è ancora lei, Elisabetta Casellati che, dimentica di essere la presidente del Senato, ieri si è risvegliata fida attivista di Forza Italia, lanciando accuse dirette, chiare e politiche all’operato del governo nei confronti del quale sarebbe chiamata ad assoluta imparzialità. Ma il condizionale, come si ben comprende, è d’obbligo. Ecco perché non sorprende le dure parole pronunciate dal capogruppo M5S al Senato, Gianluca Perilli, e affidate a un lungo post su Facebook: “La seconda carica dello Stato, che rappresenta un ruolo istituzionale terzo e di garanzia, dovrebbe mantenere un profilo molto più super partes e non muovere accuse di scarsa trasparenza dell’Esecutivo nella gestione delle informazioni sulla pandemia, giudicare l’operato del governo in campo economico e sulla scuola”. Ma d’altronde, osserva ancora Perilli, “non è la prima volta che la presidente fa questa scelta, e queste dichiarazioni sembrano far intendere la volontà di schierarsi nel dibattito politico”.

LA PREVEDIBILE STANDING OVATION. Una volontà abbastanza evidente e che, non a caso, è testimoniata anche dalle tante dichiarazioni di giubilo provenienti – si pensi un po’ – dalle opposizioni. “La presidente del Senato Elisabetta Casellati ha perfettamente ragione nel ‘richiamare all’ordine’ questo governo in perenne confusione e senza progettazione e nel tirare le orecchie al premier Conte sullo stato di emergenza”, plaude Giorgio Mulè.

Le parole del presidente del Senato “meritano riflessione e attenzione anche da parte dell’aula del Senato. Che non può limitarsi a votare imbavagliata la fiducia a decreti mal scritti, ma deve discutere del funzionamento della democrazia, che vede oggi istituzioni messe all’angolo della protervia del governo”, ribadisce Maurizio Gasparri. “La presidente del Senato ha tutto il diritto di esprimere il proprio punto di vista. Questo non pregiudica la sua imparzialità”, spiega Mariastella Gelmini. Caso strano: a elogiarla sono i parlamentari di Forza Italia. Ma è solo un caso, ci mancherebbe.