Parlano bene ma contano male, bocciata la Crusca

di Antonio Rossi

Parlano un italiano perfetto, ma con i numeri non ci sanno proprio fare. Tanto da presentare un bilancio da cui non si capisce come sta andando l’ente. Sui conti dell’Accademia della Crusca hanno provato a capirci qualcosa e non ci sono riusciti neppure i magistrati contabili. E visto che per preservare la purezza della lingua solo il Ministero per i beni culturali dà agli accademici 700 mila euro l’anno, la Corte dei Conti ha estratto il cartellino rosso. E’ stata inviata una relazione alle Camere e chiesto l’intervento dell’autorità di vigilanza. La Crusca è la più antica accademia lingustica del mondo, fondata nel 1585 a Firenze. Un vanto per l’Italia ma che, come tutti gli organismi di quel tipo, ha anche costi importanti per il Paese. Fondamentale capire qualcosa su come viene gestita, sapere se è in perdita, se c’è qualcosa da correggere. I documenti contabili esaminati dalla Corte dei Conti, relativi agli esercizi 2010 e 2011, non hanno però consentito ai magistrati di fare tutto ciò. Per gli enti piccoli è possibile presentare bilanci semplificati, ma il conto economico va fatto. Non si può fare a meno di quello strumento che, contrapponendo costi e ricavi, mostra con chiarezza il risultato economico di gestione in un certo periodo e misura il patrimonio netto di un organismo. L’Accademia non l’ha fatto. Ha violato così il decreto presidenziale del 2003 sull’amministrazione e la contabilità degli enti pubblici. La Corte dei Conti è stata informata che il 2011 si è chiuso per la Crusca con un avanza di 38.500 euro, che le spese per le consulenze non hanno subito tagli e ammontano a 592 mila euro, ma non basta. “La mancata quantificazione del risultato economico di esercizio – è stato specificato dai magistrati nella relazione trasmessa al Parlamento – rende inattendibile il patrimonio netto dei due esercizi, perché i relativi importi sono stati calcolati esclusivamente mediante la differenza tra attività e passività”. Per l’Accademia fiorentina, vigilata dal Mibac e presieduta dalla linguista Nicoletta Maraschio, ordinaria di storia della lingua all’Università di Firenze, controlli in vista. La Corte dei Conti ha chiesto ufficialmente alle Camere di far intervenire l’Autorità di vigilanza.