Parola d’ordine unità. Ecco la rivoluzione M5S a cui lavora Conte. L’ex premier eviterà nuove scissioni. E coabiterà con il nuovo direttivo

Parola d’ordine unità. Ecco la rivoluzione M5S a cui lavora Conte. L’ex premier eviterà nuove scissioni. E coabiterà con il nuovo direttivo

Giuseppe Conte il traghettatore. Ormai il dato è tratto e nelle chat dei pentastellati è già un pullulare di ipotesi su come sarà il nuovo Movimento. D’altronde già nei giorni scorsi, prima della riunione “carbonara” al termine della quale Conte ha accettato l’invito di Beppe Grillo in primis di diventare il nuovo leader del Movimento, i big pentastellati (da Luigi Di Maio ad Alfonso Bonafede) avevano parlato della necessità di un ultimo fondamentale scatto di maturità ad opera dei pentastellati. Uno scatto di maturità che potrà adesso concretizzarsi proprio con Conte a capo del nuovo Movimento.

Ma affinché dal proposito si passi al concreto, è stato lo stesso Conte a chiedere delle garanzie specifiche. Innanzitutto non vuole finire in mezzo a fuochi incrociati: il nome dell’ex presidente del Consiglio dev’essere garanzia di una nuova stabilità interna. Nessuna scissione, nessun tentativo di spaccatura, ma nuovamente coesi. E questo nell’ottica di una coalizione progressista e riformista. In altre parole, secondo quanto risulta al nostro giornale, Conte avrebbe chiesto che l’intesa con Leu e Pd diventi ora esplicita e chiara a tutti. Tanto a livello nazionale, tanto in Europa, quanto a livello locale e amministrativo.

C’è, poi, il nodo Rousseau. Probabilmente avverrà un incontro ma la proposta sul tavolo è quella della fornitura dei servizi, un cambio netto riguardo il ruolo della piattaforma Rousseau e la funzione dell’associazione. Niente politica e solo una parte dei fondi destinati dai versamenti dei parlamentari. Si tratterà, altrimenti – spiega un big Cinque stelle – si cercherà una separazione consensuale.

Ma il grosso del “tesoretto” pentastellato servirà per radicare la forza politica sul territorio, affinché diventi un vero e proprio partito. Il punto essenziale per l’ex presidente del Consiglio, perà, resta l’unità. Ovvero che ci sia una totale convergenza sul suo nome, affinché la sua leadership non nasca giaà “dimezzata” e imbrigliata dai veti incrociati e dalle liti che in questi anni hanno frenato il Movimento.

IL QUADRO. Il dubbio più forte, però, è oggi come provare a far coesistere un nuovo “capo politico” con il fatidico direttivo frutto di un voto su Rousseau che di fatto ha modificato lo statuto pentastellato. C’è chi non esclude un vero e proprio nuovo soggetto politico con una nuova associazione che vedrebbe Conte nel ruolo di socio fondatore ma è difficile – riferisce qualcun altro – immaginare che ci sia la volontà di cancellare con un tratto di penna il passato.

Molto più probabile che il Movimento acquisti una forma più strutturata, da vero e proprio partito, con tanto di “segretario” e di “segreteria”. Al di là della forma, però, l’idea è quella di rinnovare il Movimento e affiancare alle battaglie anti-casta due componenti: le battaglie sociali e la trazione green, diventata fondamentale. Vedi il ministero per la Transizione ecologica.