Patto di Stabilità da cambiare. Draghi spinge, Scholz meno. Il premier è convinto che in Europa ci sarà l’intesa. Ma il cancelliere tedesco deve fare i conti con i falchi

Il premier Draghi è convinto che in Europa ci sarà l'intesa. Ma il cancelliere tedesco Scholz deve fare i conti con i falchi.

Patto di Stabilità da cambiare. Draghi spinge, Scholz meno. Il premier è convinto che in Europa ci sarà l’intesa. Ma il cancelliere tedesco deve fare i conti con i falchi

L’obiettivo di Mario Draghi è non tornare allo status quo del Patto di Stabilità nel 2023. Già qualche giorno fa alle Camere il premier lo ha detto con chiarezza. Pensare a una riformulazione del Patto di stabilità nei termini in cui era in vigore prima della pandemia “non è realistico”. “Le regole del Patto – ha affermato Draghi – si sono dimostrate pro-cicliche e dannose”. Ieri lo ha ribadito nel corso della conferenza stampa (qui il video) con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Draghi è ottimista. Si dice convinto che alla fine in Europa sulla revisione del Patto “ci sarà un avvicinamento delle posizioni”.

Vale a dire che prevarrà la tesi che le regole finora in vigore, e temporaneamente congelate per la pandemia, vadano cambiate. Forse, chissà. Aspettarsi rivoluzioni, però, non sarebbe realistico. Scholz lo fa capire chiaramente a Draghi quando, chiamato a dire la sua, manifesta una certa “prudenza”. “Le regole che abbiamo hanno già la loro flessibilità, sulla loro base possiamo lavorare anche in futuro”, frena il cancelliere tedesco.

VOGLIA DI INTESA. “La pandemia chiama tutti i nostri Paesi a finanziare progetti senza precedenti e imponenti. Occorrerà verificare come possono innestarsi in nuove regole di bilancio. Penso – insiste Draghi -. che sarà trovata l’intesa. Forse sono ottimista ma mi sembra un campo più facile da affrontare di altri”. E spiega: “L’anno prossimo l’Unione europea discuterà di come cambiare le regole di bilancio. Si tratta di una discussione complessa, che dovrà tenere conto delle osservazioni di tutti. È importante che ci siano regole, per preservare la stabilità economica e finanziaria. E queste regole dovranno essere credibili e trasparenti, anche a beneficio dei nostri cittadini”.

“La nuova cornice – ha aggiunto Draghi – dovrà essere compatibile con i tanti obiettivi che ci stiamo dando come Unione europea. Penso alla transizione digitale o alla politica industriale, ad esempio nell’ambito dei semiconduttori. Saranno necessari investimenti pubblici sostanziosi, e dobbiamo fare in modo che le regole che adotteremo siano compatibili con queste ambizioni e con le aspettative dei cittadini”. Per esempio una delle ipotesi su cui si ragiona, e su cui Draghi sarebbe d’accordo, è quella di scorporare dal computo per il deficit e per il debito gli investimenti green e quelli per far fronte all’emergenza pandemica.

LA FRENATA. “Le regole che abbiamo hanno già la loro flessibilità”, dice appunto Scholz, spiegando che su questo “sono concordi anche i tre partiti che formano il nuovo governo tedesco”. “Noi abbiamo già dimostrato cosa siamo in grado di fare con il Next Generation Eu”, ha continuato il neocancelliere, a detta del quale “l’Europa ha trovato una risposta comune” a una crisi, quella della pandemia da Covid, senza precedenti. “La coesione nell’Ue è tale da garantire a tutti i Paesi gli strumenti per risolvere i problemi e salvaguardare la salute dei cittadini”, ha affermato Scholz.

Il Recovery fund, ha detto ancora, “è un programma di ripresa che ci accompagnerà nei prossimi anni, insomma ci sono gli strumenti per uscire dal tunnel della crisi”. I pentastellati intervengono nel dibattito: “Nel nostro programma elettorale già parlavamo di riforma del Patto di Stabilità e crescita, eppure alcuni ci hanno tacciato di essere anti-europeisti e populisti. Con la pandemia molti hanno capito il pericolo di trattati internazionali pro-ciclici che non includevano il concetto di solidarietà. Con il governo Conte II abbiamo valorizzato la parte solidaristica dell’Europa ottenendo i soldi del Recovery Fund. Riteniamo i parametri di deficit del 3% e di debito del 60% un’insensata limitazione alla crescita delle economie, per questo devono essere riviste.

La riforma del Patto di Stabilità è necessaria anche per fare investimenti nella Difesa comune europea, complementare al Patto Atlantico e alla Nato”, concludono. Per il resto come in tutti i bilaterali che contano Berlino e Roma hanno promesso di cooperare assieme per il bene comune e si sono scambiati reciproci attestati di stima. La visita del cancelliere tedesco “conferma la profondità del legame tra Italia e Germania. è nostra volontà collaborare per affrontare le grandi sfide europee”, dice Draghi.

Che sono tutte lì davanti ai nostri occhi: la gestione della pandemia, la ripresa economica e la lotta al cambiamento climatico. “Uno dei primi temi che abbiamo toccato – ha aggiunto Draghi – è la necessità di lavorare insieme per rafforzare l’integrazione europea e anche se possibile accelerare il processo di integrazione. Un’Unione europea più forte e coesa è nell’interesse di tutti, nell’interesse della Germania, nell’interesse dell’Italia”.