Pazza idea di Luigi e Matteo. Lega e M5S insieme al voto. E chi avrà più consensi andrà a Palazzo Chigi

Pazza idea di Luigi e Matteo. Lega e Cinque stelle insieme al voto. E chi avrà più consensi andrà a Palazzo Chigi

C’è chi ha già benedetto l’accordo. Come Steve Bannon, ex stratega del presidente Usa, Donald Trump: “Sono stato molto colpito da come M5s e Lega si sono alleati nell’elaborare il programma per questo Governo, se possono fare questo possono fare qualsiasi cosa ma la scelta è loro”. Nelle roventi ore che hanno seguito la stroncatura del Governo di Giuseppe Conte, causa il niet del Quirinale alla nomina di Paolo Savona come ministro dell’Economia, dentro ai partiti di Matteo Salvini e Luigi Di Maio qualcuno ha iniziato a considerarla come qualcosa di più di una semplice ipotesi. Un’ipotesi clamorosa, se alla fine prendesse corpo. Quella, cioè, che alle prossime elezioni Carroccio e grillini possano presentarsi in coalizione, sbancando al punto da ottenere la maggioranza parlamentare più larga di sempre. Magari pattuendo che la poltrona di Palazzo Chigi vada al leader della prima forza, ricalcando  lo schema disegnato da Salvini e Silvio Berlusconi prima del 4 marzo. La simulazione realizzata ieri dall’Istituto Cattaneo, del resto, non lascia spazio a dubbi: “L’ipotetica alleanza tra M5s e Lega – ammesso che gli elettori si comportino nelle nuove elezioni come nelle precedenti del 4 marzo – consentirebbe ai due partiti di conquistare all’incirca il 90% dei seggi nelle due Camere”.

Per qualcuno, come Pd e Forza Italia, sarebbe il più apocalittico degli scenari. Vista dall’angolazione opposta, invece, in uno scenario del genere ‘Luigi’ e ‘Matteo’ si (ri)presenterebbero al Colle col jolly, quello di Savona, of course, da calare sul tavolo di Mattarella che a quel punto difficilmente potrebbe opporsi alla nomina del prof. Euro-critico a via XX Settembre.

A leggere le dichiarazioni di illustri esponenti dei due partiti, a cominciare da Carlo Sibilia (M5s) e dallo stesso Salvini, l’impressione è che alla fine il matrimonio si farà. Eccome, se si farà. “Il contratto sottoscritto insieme non sarà carta straccia”, ha messo le mani avanti il il numero uno di via Bellerio intervistato da Repubblica. Aggiungendo: “Sono state poste buone basi per lavorare insieme (…). In questo momento, voglio solo ringraziare, oltre ai professori Conte e Savona, anche Luigi Di Maio e il M5s. Non ci conoscevamo, partivamo da posizioni distanti. Ma abbiamo lavorato bene in queste settimane, c’è stata intesa”. Al contrario, “ho letto con grande rammarico le parole di Silvio Berlusconi, che anziché difendere il suo alleato ha parlato di altro (no impeachment, difesa di Mattarella, ndr). Sembrava di sentir parlare la Merkel, ma di questo avremo modo di parlare”, l’affondo di Salvini al Cav. La prova generale potrebbe andare in scena già nelle prossime settimane se verrà accolta la richiesta, formalizzata dai due partiti ai presidenti delle Camere, di mettere in moto le commissioni parlamentari, ancora al palo.

“Dalla legittima difesa alla legge elettorale – ha già dettato l’agenda Salvini – quello che non passerà dal Governo perché nasce zoppo senza la fiducia, lo faremo attraverso le commissioni”. Dentro al Centrodestra c’è già chi ha mangiato la foglia. Come il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Fabio Rampelli: “In questo momento non sappiamo nemmeno se il Centrodestra andrà (alle elezioni, ndr) nella formazione tradizionale”. Appunto.