Dalla politica alle partecipate. Il Pd vuol riaprire le porte girevoli. Nuovo ddl per modificare la legge Severino. Ed eliminare i paletti che frenano i salti di poltrone

Nuovo disegno di legge firma dal dem Parrini per modificare la legge Severino. Ed eliminare i paletti che frenano i salti di poltrone.

Dalla politica alle partecipate. Il Pd vuol riaprire le porte girevoli. Nuovo ddl per modificare la legge Severino. Ed eliminare i paletti che frenano i salti di poltrone

Non è solo la sospensione dei sindaci dopo una condanna di primo grado, stabilita dalla legge Severino, a risultare indigesta al Pd e ad aver spinto il partito a proporre una modifica della norma. I dem a quanto pare vogliono smontare anche un altro pezzo della legge finalizzata alla prevenzione e alla repressione della corruzione, quello che mette un freno alle porte girevoli tra politica e aziende pubbliche. Troppi paletti, secondo il senatore ed ex segretario regionale del partito in Toscana, Dario Parrini (nella foto), che ha presentato un disegno di legge per modificare il decreto legislativo dell’8 aprile 2013.

IL PUNTO. Asl e partecipate sono da sempre un rifugio sicuro per chi, terminata un’esperienza di politica attiva, cerca di riciclarsi. Il rischio che, passando subito da una poltrona all’altra, venga favorito l’amico o l’amico dell’amico è altissimo. A tal fine la legge Severino ha fissato regole precise, impedendo che chi amministrava un certo territorio possa, concluso il mandato, andare subito a fare il manager in quella stessa zona. Ma per Parrini quella norma è troppo restrittiva e nell’applicazione pratica ha creato sia “numerose difficoltà” che “palesi ingiustizie”. Va cambiata. Cancellando così un ulteriore pezzo della legge anticorruzione.

Il parlamentare, presidente della Commissione affari costituzionali del Senato, “ferme le inconferibilità per i titolari di incarichi governativi nazionali”, per chi è stato componente di organi politici di livello regionale e locale è sufficiente limitare il divieto a un solo anno dalla fine del mandato e solo per assegnare incarichi di amministratore di un ente di diritto privato in controllo pubblico sul quale la Regione o l’ente locale presso i quali ricopriva il mandato esercitino il controllo. Per lui, del resto, in tali enti “la partecipazione del singolo Comune assume una consistenza quasi trascurabile e sicuramente non tale da determinarne il controllo”. Bene dunque le porte girevoli.

L’esponente dem vuole però rivedere le regole anche nelle Aziende sanitarie. Via il divieto di dare incarichi di direzione nelle Asl a chi è stato anche solo candidato senza essere stato eletto nel territorio dell’Asl interessata. E anche in questo caso ex amministratori fermi solo per 12 mesi prima di poter passare dalle stanze dei bottoni a quelle del potere sanitario. Un disegno di legge composto di due articoli, sufficienti a dire addio a un altro pezzo della legge Severino.

L’ALTRO FRONTE. Ancor più delicata la partita che sta giocando il Pd per quanto riguarda la sospensione dei condannati. Il partito dei sindaci pesa tra i dem e, dopo che il primo cittadino di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha dovuto mollare la poltrona per una vicenda di abuso d’ufficio approdata a una condanna per lui a un anno e quattro mesi di reclusione, è scattata la difesa degli amministratori delle città. E la proposta per cambiare la legge Severino su tali aspetti. I dem puntano a eliminare l’obbligo della sospensione per sindaci, assessori e governatori condannati in primo grado, salvo che per le condanne relative a reati gravi.

Una proposta sostenuta, oltre che sempre da Parrini, dalla vicepresidente del Senato, Anna Rossomando, dal capogruppo in Commissione giustizia a Palazzo Madama, Franco Mirabelli, dal coordinatore del comitato riforme istituzionali del partito Andrea Giorgis, e dai capigruppo in commissione Giustizia e Affari costituzionali alla Camera, Alfredo Bazoli e Stefano Ceccanti.