Pd, in Europa e in Italia contro il governo Meloni: inizia la battaglia sui diritti

Pd, è battaglia in Italia e in Europa al governo di Giorgia Meloni sul tema dei diritti. Fa discutere il sostegno a Orban su legge anti gay

Pd, in Europa e in Italia contro il governo Meloni: inizia la battaglia sui diritti

Il Pd ha lanciato la sfida al governo Meloni sia in Italia sia in Europa. Ad attaccare la premier sul fronte dei diritti è stata la neo segretaria dei dem Elly Schlein con la sua nuova squadra. Mentre in Europa ha fatto discutere il sostegno del governo italiano alla legge anti gay del ministro ungherese Viktor Orban.

Pd, in Europa e in Italia contro il governo Meloni

Un mese dopo la sua elezione a guidare il partito Elly Schlein presenta la nuova segretaria del Partito democratico. Lo fa con una diretta Instagram nel primo pomeriggio. Si tratta di una squadra fatta di dieci uomini e dieci donne. Dopo l’annuncio, la segretaria del Pd ha lanciato la sfida alla premier Giorgia Meloni. “Non è mai facile fare delle scelte. Questo è solo l’inizio, la composizione di una quadra molto solida e preparata alle sfide che ci aspettano. Non mancherò di individuare le modalità per rivalorizzare tutte le competenze. La squadra che abbiamo composto è il giusto mix fra rinnovamento, apertura e solidità. Una squadra di grande qualità, specie se confrontata con chi oggi è al governo, che sfideremo su ognuno di questi temi. Continueremo a voler essere un problema per Giorgia Meloni”, ha detto. “Lo vediamo anche dalle ultime settimane”, sui diritti” non possiamo dare per scontata nessuna conquista, abbiamo bisogno di tutto il suo impegno, energia e competenze per fare dei passi avanti e respingere i passi indietro che Meloni vorrebbe fare su questo terreno”, ha dichiarato la segretaria dem, annunciando l’ingresso di Alessandro Zan in segreteria con la delega ai diritti.

Inizia la battaglia sui diritti

La battaglia sui diritti del Partito Democratico si sposta anche in Europa sul tema Lgbtq+. “Il governo Meloni si conferma alleato di Orban: con il ricorso della Commissione Europea contro la legge ungherese che discrimina le persone LGBTQ+ si sono schierati 15 paesi dell’Unione, tra questi non c’è l’Italia. Negli anni passati il nostro Paese si è sempre posizionato in Europa dalla parte dell’avanzamento dei diritti, per questo incalzeremo il governo affinché cambi posizione, non ci lasceremo ‘orbanizzare’ senza reagire!”, sono state le parole di Brando Benifei, capodelegazione Pd in Ue, su Twitter. “Su omosessualità, aborto, diritti civili, l’Italia non merita di sedere con l’Ungheria di Orban anziché tra gli Stati pilastri dell’Unione europea che incarnano e difendono la democrazia e i suoi valori nel mondo. #Meloni ci ripensi, così danneggia il Paese. Anzi, la Nazione”, rilancia in un tweet la senatrice del Pd Valeria Valente.

“Il governo Meloni fa una scelta di campo e si schiera con Orbàn e la sua legge che cancella le persone LGBT+, stabilendo un’assurda censura che vieta di mostrare ai minori, sia nei media che nelle scuole, qualsiasi contenuto inerente ai diversi orientamenti sessuali”, scrivono i componenti dell’intergruppo per la tutela e la promozione dei diritti delle persone Lgbtiq+ Alessandra Maiorino, Alessandro Zan, Chiara Appendino, Anna Bilotti, Laura Boldrini, Anna Laura Orrico, Bakkali Ouidad, Carmen Di Lauro, Cecilia D’Elia, Dolores Bevilacqua, Elisa Pirro, Emma Pavanelli, Fabrizio Benzoni, Federica Onori, Gilda Sportiello, Giorgio Fede, Giulia Pastorella, Ilaria Cucchi, Ivan Scalfarotto, Marco Pellegrini, Rachele Scarpa, Riccardo Magi, Sabrina Licheri, Stefania Ascari, Susanna Camusso, Michele Fina, Barbara Floridia, Antonio Nicita, Andrea Quartini, Silvia Roggiani.

“Per volontà della destra al governo, l’Italia non si unisce alla Commissione europea, al Parlamento Ue e a 15 paesi membri che sostengono la causa per violazione dei diritti umani davanti alla Corte di giustizia dell’Unione europea. L’Italia è l’unico paese fondatore dell’Unione a non schierarsi dalla parte dei diritti, allontanandosi così dalle tradizionali alleanze e scegliendo un’incomprensibile vicinanza al blocco di retroguardia dell’Unione Europea”. “La strada ultra oscurantista imboccata dal governo Meloni non può che suscitare preoccupazione, non solo riguardo ai diritti delle persone LGBTQI+ nel nostro Paese, ma al generale indirizzo politico intrapreso. Il nostro impegno come parlamentari è finalizzato a lanciare una sfida al governo affinché finalmente si giunga anche in Italia a riconoscere a tutti i cittadini piena parità davanti alla legge, come in tutta quella parte d’Europa alla quale l’Italia da sempre appartiene”.