Ultimo punto del comunicato stampa pubblicato da Palazzo Chigi al termine del consiglio dei ministri del 6 ottobre. È l’una di notte passata, troppo tardi perché la notizia arrivi ai giornali: “Il Cdm ha deliberato su proposta del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, il conferimento dell’incarico di Direttore generale dell’Agenzia Industrie Difesa a Nicola Latorre”. Fine. Normale, qualcuno dirà. A maggior ragione considerando che il direttore generale uscente, Gian Carlo Anselmino, in carica dal 2014 aveva già salutato i dipendenti dell’Aid lo scorso luglio al termine del suo mandato. Il punto, però, è che Nicola Latorre (nella foto) non è un nome qualsiasi: dalemiano di ferro, uomo interno al Pd esattamente come Guerini, per quattro legislature senatore proprio col Partito democratico. Nel 2018 non viene ricandidato e ora Latorre, che nella precedente legislatura è stato presidente della Commissione Difesa, torna a occuparsi di armi e sistemi militari da direttore generale dell’Aid.
IL NUOVO RUOLO. Un ruolo non marginale considerando che l’Agenzia Industrie Difesa è “strumento di razionalizzazione e ammodernamento delle unità industriali del ministero della Difesa”, come si legge nel decreto di sua istituzione (nel 1999). Detto in altre parole l’Aid è fornitore privilegiato per il ministero della Difesa secondo una convenzione triennale stipulata tra ministro e direttore generale. In questo modo, per soddisfare le proprie esigenze di fornitura, palazzo Baracchini interpella con priorità l’Agenzia, che risponde con “preventivi e fattibilità conformati a valori economici congrui con quelli di mercato, con l’impegno a fornire prodotti/servizi di qualità certificata, rispondenti alle specifiche tecniche concordate”. Un ponte di raccordo, dunque, tra il dicastero e le aziende private fondamentale per le attività nevralgiche della nostra Difesa.
IL TRITTICO. Il punto, però, è che non è il primo democratico a rientrare dalla finestra nelle stanze del potere dopo essere uscito dalla porta. Se Guerini è ministro e Latorre direttore generale dell’Aid, c’è un altro ente sotto l’egida ministeriale guidato oggi da un ex onorevole del Partito democratico. Parliamo di Fausto Recchia, amministratore delegato di Difesa Servizi spa, società in house del ministero con la funzione di reperire fondi per il finanziamento delle attività del dicastero affinché esse gravino il meno possibile sul bilancio dello Stato. Ebbene, Recchia prima di essere nominato amministratore dalla precedente titolare della Difesa, Roberta Pinotti (anche lei dem), è stato tra le altre cose deputato del Partito democratico e capo della segreteria proprio della Pinotti quando era sottosegretaria. Insomma, corsi e ricorsi storici. Cambiano le legislature, le maggioranze e i governi, ma i legami e i rapporti di fiducia e di stima restano. Ieri come oggi. Sempre alla Difesa e sempre con uomini del Partito democratico.