Berlusconi fa il re dei falchi. Pdl e Alfano a brandelli. Prima c’era stato lo schiaffo al Cav. Il vcepremier e i ministri hanno disertato il vertice

Alla fine lo strappo è arrivato perché Alfano e i ministri hanno deciso di non partecipare al vertice di Palazzo Grazioli. E il falco Berlusconi ha ridotto a brandelli il Pdl (sospendendolo), il vicepremier e i ministri. Il Pdl non c’è più, si torna a Forza Italia. Lo ha deciso l’ufficio di presidenza del partito che ha sospeso tutte le cariche assegnando tutti i poteri a Silvio Berlusconi. L’incontro non si è svolto nella nuova sede di San Lorenzo in Lucina, ma a Palazzo Grazioli, residenza romana del Cavaliere. E non vi hanno preso parte il segretario Angelino Alfano e l’ala filo-governativa del partito. Un’assenza che testimonia il solco sempre più profondo tra le due anime del partito.
Alfano, che ha visto il Cav poche ore prima del vertice, non è riuscito a far rinviare l’incontro.  “Il mio contributo all’unità del nostro movimento politico, che mai ostacolerò per ragioni attinenti i miei ruoli personali, è di non partecipare, come faranno altri, all’Ufficio di presidenza che deve proporre decisioni che il Consiglio nazionale dovrà assumere. Il tempo che ci separa dal Consiglio nazionale consentirà a Berlusconi di lavorare per ottenere l’unità”, ha detto Alfano. E intanto il Cav ha deciso di tirare dritto senza alcun rinvio.

In tarda mattinata Roberto Formigoni intercettato alla Camera aveva confermato: “Non andrò all’ufficio di presidenza di oggi perché non lo ritengo sufficientemente rappresentativo” e inoltre, ha aggiunto l’ex governatore lombardo “la modalità con la quale è stato convocato fa presumere una rottura traumatica”. Dello stesso avviso Carlo Giovanardi che non “è interessato alla rinascita di Forza Italia. Voglio rimanere nel partito in cui sono stato eletto”. Molto più diretto Maurizio Sacconi che in una nota lancia un appello al Cavaliere: “rinviare l’odierno ufficio di presidenza del partito in quanto possibile fonte di divisioni”.