Pecoraro Scanio: “Il nucleare in Italia non si farà. Dalle destre la solita propaganda”

Parla l'ex ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio: "Nessuno vuole investire davvero sul nucleare".

Pecoraro Scanio: “Il nucleare in Italia non si farà. Dalle destre la solita propaganda”

Dopo la tregua estiva, il Centrodestra torna a parlare di nucleare ritenendolo la panacea contro tutti i mali. Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione Univerde, abbiamo davvero bisogno dell’energia dall’atomo?
“La dimostrazione che si tratta di una grande bufala, in cui perderemo soldi, sta nella frase di Salvini che nel giustificare questa proposta dice che governeranno per dieci anni. Già dà per scontato che vinceranno le prossime elezioni. Eppure un qualunque progetto, in un Paese democratico dove si vota ogni cinque anni e dove vige l’alternanza, viene fatto considerando la legislatura corrente e non un orizzonte temporale molto più ampio. Se si ragiona con scadenze tanto lunghe, è chiaro che si tratta di una boutade. Riguardo alla sua domanda le faccio notare che in Francia hanno dovuto ridurre la produzione perché, a causa del cambiamento climatico, non c’è abbastanza acqua per raffreddare i reattori e che da qualche anno sono in aumento gli incidenti. Più in generale nel mondo si è rallentata la costruzione di nuove centrali perché ormai le rinnovabili sono competitive e di anno in anno migliorano la propria capacità produttiva, a differenza del nucleare a fissione – perché di questo si parla – che è pressoché fermo. Secondo me il vero tema è che il governo cerca di spingere su proposte, come quella sul nucleare, che sono ideologiche e nel migliore dei casi affaristiche mentre farebbe bene a ragionare sulle proposte condivise e condivisibili.

Il ministro Pichetto Fratin ha annunciato il lancio della Piattaforma nazionale per il nucleare sostenibile e Salvini ha detto che la ricerca deve partire entro un anno. Perché tanta fretta?
“È propaganda. Ci sono le europee all’orizzonte e una parte ampiamente minoritaria di italiani pensa ancora che il nucleare sia il futuro. È evidente che Salvini su questo tema cerca consensi, a differenza di Fratelli d’Italia che sembra avere un approccio prudente. Detto questo ben venga la ricerca che si sta facendo in questi anni per superare il nucleare da fissione e passare a quello senza scorie basato sulla fusione, ma ci vorranno anni. Peccato che questo governo stia ancora puntando sulla prima tecnologia che, è bene dirlo, è obsoleta”.

Eppure gli italiani hanno già detto di no al nucleare in due distinti referendum. Possibile che il governo ignori la volontà dei cittadini?
“Dopo tanti anni, è lecito che un governo riproponga un tema che è stato oggetto di quesito referendario. È altrettanto chiaro che è folle farlo in un Paese che per ben due volte si è schierato ‘contro’, lanciandosi in un’operazione che peserà sulle tasche degli italiani. Insomma dal punto di vista giuridico non c’è alcun impedimento mentre, a mio avviso, c’è una questione di inopportunità politica”.

Introdurre oggi il nucleare in Italia sarebbe una scelta economicamente sostenibile e, soprattutto, ci libererebbe dalla dipendenza dall’estero?
“Assolutamente no e anche chi è innamorato da questa tecnologia dovrebbe rendersi conto che siamo fuori tempo massimo. Inoltre è chiaro che avremmo una dipendenza dall’estero per reperire l’uranio, una risorsa sempre più costosa e il cui approvvigionamento è reso complicato per effetto della crisi in Niger e di tutto il Sahel. Ma vorrei farle notare anche che siamo davanti a un’idea irrealizzabile perché questo governo non sta riuscendo neanche a fare il deposito nazionale per le scorie nucleari malgrado la presenza di un comune che si è reso disponibile. Di cosa stiamo parlando? Ma Salvini lo sa che le centrali dismesse in Italia non sono state ancora smantellate? A oggi non c’è un’adeguata tecnologia per farlo, in altre parole abbiamo la chiave per accendere la macchina ma non la chiave per chiudere le portiere”.

Ma tra gli industriali c’è interesse per il ritorno al nucleare?
“Confindustria italiana, per la precisione il gruppo Energia futura, ha stanziato 85 miliardi di euro per la creazione di nuovi impianti basati sulle tecnologie rinnovabili. La realtà è che non ci sono imprenditori che vogliano investire sul nucleare perché troppo costoso, e questo significa che a farlo dovrà essere lo Stato italiano, notoriamente a secco di risorse, con vagonate di denaro pubblico. Mi sembra evidente che questa maggioranza propone cose che sono irrealizzabili”.

Da Salvini a Calenda si parla di nucleare sicuro. Secondo lei è così oppure esiste un problema di sicurezza legato alle centrali nucleari?
“La tesi della sicurezza del nucleare da fissione è stata completamente smantellata dal disastro di Fukushima che è avvenuto nel Paese più attento alla sicurezza in tutto il mondo. E se succede lì, allora è chiaro che il problema esiste. Certo gli incidenti non sono frequenti altrimenti non esisteremmo più, ma qualora avvengano sono sempre disastrosi. Tuttavia se anche volessimo ignorare questo tema, resta il problema delle scorie e quello delle continue perdite radioattive che si verificano nei pressi degli impianti. Mi sembra evidente che la sicurezza al 100 per cento che tanti raccontano, in realtà è ancora un miraggio”.