La marcia indietro era inevitabile. Sull’aumento dei pedaggi autostradali la maggioranza è stata costretta a un dietrofront, che ora è arrivato ufficialmente. Gli aumenti di agosto saltano dopo che è stato stralciato il precedente emendamento al dl Infrastrutture, sostituito da un nuovo testo che riguarda Anas ma non contiene più i rincari sulla rete che sarebbero scattati in piena estate e che hanno portato le opposizioni a parlare di una tassa occulta sulle vacanze degli italiani.
Pedaggi autostradali, saltano gli aumenti: destre costrette al dietrofront
Ora, quindi, è ufficiale: i relatori hanno presentato il nuovo emendamento riprendendo i contenuti del precedente testo per la parte relativa ad Anas, ma eliminando i passaggi riguardanti i pedaggi e gli aumenti tariffari. La vicenda è esplosa venerdì scorso, quando è stato presentato l’emendamento che prevedeva un aumento dei pedaggi autostradali di un euro ogni mille chilometri. Da quelle risorse – si prevedevano 90 milioni di euro l’anno di introiti aggiuntivi – si sarebbe dovuto finanziare Anas. Nessun miglioramento della rete, ma risorse strutturali.
Dopo le polemiche, il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha chiesto alla sua stessa maggioranza di ritirare l’emendamento. Così è stato e ieri è arrivata la nuova versione che non considera però l’ipotesi degli aumenti. Resta, invece, tutta la parte tecnica, soprattutto quella relativa al Fondo centrale di garanzia per le autostrade e ferrovie metropolitane. Insomma, gli aumenti dei pedaggi spariscono, ma la figuraccia delle destre resta.