Il vice premier Matteo Salvini rilancia ancora. Conferma l’asse sovranista con il premier ungherese, Viktor Orban. E assicura che sulla gestione dell’emergenza migranti, in relazione alla vicenda della nave Diciotti, rifarebbe tutto allo stesso modo. Ma questa volta, ospite di Porta a Porta, è sulla questione delle pensioni che il leader della Lega torna ad accelerare. Dal salotto di Bruno Vespa, infatti, torna ad annunciare l’addio all’odiata legge Fornero. Confermando il criterio “quota 100” (la somma cioè tra età anagrafica e contributi versati) per maturare il requisito della quiescenza, ma con il limite dei 62 anni.
Il vicepremier leghista ha le idee chiare: “Gli imprenditori mi chiedono di rivedere la legge Fornero faremo quota 100 ma per me il limite di 64 anni è troppo alto, io ho chiesto al massimo 62 o 41 e mezzo di contributi”. Una proposta che lascia perplessi gli alleati di governo che erano già in trattativa per la riforma con quota 100 e i 64 anni d’età. Ciò che, adesso, spaventa è dove trovare le risorse. Se andasse in porto la proposta di Salvini, ci sarebbe la possibilità di uscire con 41 anni e mezzo di contributi indipendentemente dall’età anagrafica. Ciò potrebbe costare, già nel 2019, 13 miliardi al lordo delle tasse e 9 miliardi al netto. A regime il costo salirebbe a circa 20 miliardi al lordo delle tasse e oltre 13 miliardi al netto.