Una stretta su più fronti. In tema di pensioni, la Manovra introduce regole più stringenti con un vero e proprio inasprimento della legge Fornero. Decisioni ben diverse rispetto alle promesse elettorali dell’attuale maggioranza di governo, a partire dagli annunci di abolire la Fornero fatti più volte dalla Lega e da Matteo Salvini.
Nel 2026, invece, le regole per lasciare il lavoro diventano più dure, con requisiti più difficili da raggiungere. A partire dall’abolizione di due misure su cui la stretta è iniziata da anni: l’Opzione donna e la Quota 103. Venendo, così, di fatto cancellate le pensioni anticipate. Non cambiano, invece, le finestre mobili e le regole sul riscatto della laurea, mentre aumentano i requisiti per l’accesso alla pensione, anche se la stretta è minore rispetto a quella prevista dall’adeguamento all’aspettativa di vita.
La stretta sulle pensioni anticipate
La prima novità è l’addio alla Quota 103 (l’uscita con 62 anni di età e 41 di contributi) e all’Opzione donna. L’anno prossimo, quindi, dopo diverse strette non ci sarà più la misura per l’uscita anticipata delle lavoratrici. L’Opzione donna prevede un ricalcolo contributivo per chi ha almeno 35 anni di contributi e 61 anni di età, ma solamente nel caso in cui si tratti di lavoratrici licenziate, caregiver o con invalidità superiore al 74%. Dall’anno prossimo la misura, invece, non ci sarà più.
Un’altra stretta sulle pensioni anticipate riguarda l’utilizzo della previdenza integrativa per accedere all’assegno previdenziale. Per accedere è necessario che l’importo sia pari ad almeno tre volte l’assegno sociale (quindi 1.638 euro), ma dall’anno prossimo non si potranno più sommare gli importi con quelli della previdenza integrativa, come accadeva invece finora.
Il ritiro dal lavoro sempre più complicato
Non solo, perché un’altra stretta rilevante è quella riguardante l’età pensionabile. L’aumento per l’aspettativa di vita non sarà di tre mesi dal 2027 come previsto con un calcolo automatico, ma la differenza è minima. Perché, infatti, dal 2027 i requisiti aumenteranno di un mese rispetto a oggi e poi si arriverà a richiedere tre mesi complessivi in più dal 2028.
Penalizzazioni in arrivo anche per le attività usuranti: dal 2033 viene infatti ridotto il fondo per l’uscita anticipata di questi lavoratori. Infine, l’ultima novità riguarda il Tfr dei dipendenti: le imprese con più di 40 dipendenti saranno obbligate a versarlo a un apposito fondo. Finora l’obbligo valeva solo per le aziende con più di 50 dipendenti.