Per i signori del pallone pure il virus è un gioco. Napoli diventa la bandiera di un Calcio che si sente al di sopra la legge

La vicenda della squadra di calcio del Napoli si sta complicando. Ripercorriamo i fatti. Tutto nasce dopo la partita con il Genoa – che poi risulterà piena di positivi – vinta dai partenopei per 6-0. Le prime due serie di tamponi sono negative, ma poi due giocatori del Napoli, ad un terzo giro, risultano positivi. A questo punto la Asl impedisce la partenza del Napoli per Torino dove dovrebbe giocare la partita con la Juventus che invece è in campo. Si attende la decisione del giudice sportivo che va verso la sconfitta a tavolino.

Ieri la novità: la procura della Federcalcio indaga sul Napoli per violazione dei protocolli anti-virus validati dal Cts. Questo perché dopo il primo positivo di venerdì 2 ottobre la Asl mette il Napoli in isolamento fiduciario, tuttavia il giorno dopo, quindi sabato 3 ottobre la squadra si allena comunque in vista della trasferta di Torino, sebbene ci sia anche un secondo positivo, Elijf Elmas.

E dunque si intrecciano due fatti: il primo riguarda chi abbia più potestà se la Lega Calcio o la Asl; il secondo riguarda la violazione del protocollo di sicurezza. Desta meraviglia come, in piena pandemia, essendo arrivata la “seconda ondata” virale, la Lega Calcio voglia mettersi al di sopra della Salute Pubblica. Un fatto inusitato a cui il ministro Spadafora ha dato una risposta chiara e netta: si deve seguire la Asl. Ma il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, polemizza, come suo solito. Proprio lui che in attesa del risultato del tampone e con i sintomi addosso, era andato ad una riunione di Lega e fatto una conferenza stampa con i giornalisti senza mascherina.

Infatti De Laurentiis vuole che il campionato si svolga come se niente fosse, come se fosse tutto normale, anzi, di più. Non vuole limiti agli spettatori. In questa sua visione spavalda è supportato dal governatore della Campania, Vincenzo De Luca che vuole chiudere tutto tranne il calcio. Del resto il presidente del Napoli ha poi ampiamente “ricambiato” la vicinanza di De Luca tessendone elogi prima della sua riconferma alle urne, e si sa quanto conti nella città partenopea il presedente del Napoli. Ma può il calcio, o qualsiasi altra manifestazione sportiva o sociale che prevede fisiologicamente assembramenti procedere per la sua strada in questi tempi difficilissimi? Ovviamente no. La vicenda del Napoli è di monito all’intero calcio. Con il virus non si scherza. Ah poi, per favore, giocatori evitate di abbracciarvi e baciarvi in campo. È meglio per tutti.