Per il governo francese di Bayrou è il giorno del giudizio: il Parlamento pronto a dare il benservito al premier scelto da Macron

Per il governo francese di Bayrou è il giorno del giudizio: il Parlamento pronto a dare il benservito al premier scelto da Macron

Per il governo francese di Bayrou è il giorno del giudizio: il Parlamento pronto a dare il benservito al premier scelto da Macron

Il governo guidato da François Bayrou è arrivato al capolinea. Oggi l’Assemblea nazionale francese voterà sulla fiducia al primo ministro e, salvo colpi di scena dell’ultima ora, l’esito appare segnato: il 74enne leader centrista non dispone dei numeri necessari per superare la prova.

La Francia, alle prese con un debito pubblico record e con un Parlamento in stallo da oltre un anno, si prepara dunque a vivere l’ennesimo cambio di governo senza che si intraveda una reale via d’uscita dalla crisi politica. “È un disastro. La situazione è completamente bloccata”, ha commentato il politologo Bruno Cautres, mentre Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, ha parlato apertamente di “suicidio politico” da parte del premier.

Bayrou aveva scelto di giocare d’anticipo, chiedendo egli stesso il voto di fiducia per tentare di “scioccare” i deputati e ottenere un sostegno trasversale al bilancio di austerità. Un documento che prevede tagli per 44 miliardi di euro e che, nelle intenzioni del primo ministro, avrebbe dovuto avviare il risanamento dei conti pubblici, riducendo un debito pari al 114% del Pil. “Se non agiamo ora – ha avvertito – i giovani pagheranno per decenni il debito accumulato dai baby boomer”.

Per il governo francese di Bayrou è il giorno del giudizio: il Parlamento pronto a dare il benservito al premier scelto da Macron

Le parole, però, non sembrano aver scalfito le divisioni profonde che attraversano l’Assemblea. Gli appelli all’unità di Bayrou sono stati interpretati da molti come l’ultimo atto di una parabola politica segnata dall’impotenza decisionale. In aula si respira aria di resa annunciata: nonostante frenetiche trattative dell’ultima ora, i voti a favore restano insufficienti.

Al centro di questa crisi c’è anche la scelta del presidente Emmanuel Macron, che nel giugno 2024 aveva indetto elezioni legislative anticipate con l’obiettivo di “chiarire” i rapporti di forza in Parlamento. L’effetto è stato l’opposto: l’Assemblea risulta oggi ancora più frammentata e polarizzata, con un governo di minoranza incapace di trovare compromessi duraturi.

La caduta di Bayrou, che resterà in carica meno di un anno, non farà che acuire l’instabilità. La Francia si ritrova così davanti a un bivio: da un lato la necessità di rispondere all’emergenza economica e al rischio di disordini sociali, dall’altro l’assenza di una maggioranza politica in grado di guidare il Paese. Una situazione che lascia aperti molti interrogativi sul futuro dell’Eliseo e sulla stessa tenuta del progetto centrista di Macron.