Piccolotti: “Un governo disastroso che inventa false emergenze e non vede quelle vere”

Parla Elisabetta Piccolotti (Avs): "Non temo che perderemo i fondi del Pnrr perché purtroppo ne sono certa".

Piccolotti: “Un governo disastroso che inventa false emergenze e non vede quelle vere”

Elisabetta Piccolotti (Alleanza Verdi-Sinistra), non era mai accaduto che il governo andasse sotto sullo scostamento di bilancio. La maggioranza parla di “uno scivolone”. È solo una svista o è un indicatore politico?
“Di certo c’è che siamo di fronte ad un pasticcio senza precedenti. E la cosa è tanto più pesante perché arriva da chi ha costruito la sua campagna elettorale e la retorica che ha seguito i risultati elettorali attorno alla parola d’ordine del “Siamo Pronti”. Pensate cosa sarebbe successo se non lo fossero stati. Battute a parte mi pare che se la caduta sullo scostamento rientra probabilmente nella categoria degli incidenti (con annessa figuraccia galattica), le tensioni nella maggioranza contribuiscano ad una certa confusione nella gestione dei passaggi parlamentari”.

Come vede la situazione di Forza Italia?
“Forza Italia è di fronte alla fine del suo ciclo politico. Non è stata un partito personale, ma un partito persona. La fine del ciclo di Silvio Berlusconi è più di una discontinuità. E a questo si aggiunge, cosa ancor più rilevante, la crisi strutturale di uno spazio politico, quello del mitico centro. Il centro non esiste più perché ne è stato eroso il blocco sociale. La destra, non solo in Italia, è sempre più di destra ed è su questo punto e dunque sul destino di quel che resta di Forza Italia che si gioca lo scontro interno che la attraversa. Di certo quella vicenda politica, con quella forma e con quelle caratteristiche mi pare in via di esaurimento. Cosa ne sarà è difficile dirlo”.

Appare evidente che le fibrillazioni nella maggioranza siano una costante sin dall’insediamento. Secondo lei Salvini continuerà nei tentativi di erosione nei confronti di Giorgia Meloni?
“Salvini ha un disperato bisogno di recuperare centralità negli assetti di governo e di maggioranza. E l’unico modo che conosce per cercare di raggiungere questo obbiettivo è quello di agitare bandiere e di segnare punti di differenziazione dalla Presidente. Fino a quando durerà e quale sarà il grado di intensità di questa guerra a bassa intensità è difficile dirlo. Certamente le elezioni europee segneranno uno spartiacque, non solo nella coalizione di governo ma in tutto il quadro politico del Paese. Attenzione però a pensare che da quella parte arrivino regali inattesi. Sui fondamentali le convergenze sono molto più numerose delle divergenze. La verità è che tocca a noi, alle opposizioni, lavorare alla costruzione di una alternativa credibile”.

Dai decreti rave al cosiddetto decreto Cutro il governo sembra essersi occupato di emergenze quasi giornaliere (vignette incluse). Concretamente come giudica questi primi mesi?
“Questo Governo non vede le vere emergenze del paese ma ne inventa tante, una dietro l’altra, tutte pretestuose come i rave o figlie dell’incapacità di gestire processi strutturali come l’immigrazione. In generale il Governo non vede gli effetti dell’inflazione, la discesa della qualità della vita, la devastazione in corso in servizi pubblici come quello sanitario, eppure anche se ad occhi chiusi rispetto alla realtà però trova sempre e comunque il modo di additare qualcuno, dai ragazzi dei rave ai partigiani cattivi, di costruire nemici e paure”.

Intanto in Italia la povertà aumenta, lo dicono tutti gli indicatori. A pochi giorni dal primo maggio si intravedono soluzioni per il reddito e il lavoro?
“Non c’è nessuna soluzione tra le carte che tirerà fuori la Premier Meloni. Sappiamo bene cosa accadrà perché si tratta della solita ricetta della destra, che da più di un ventennio propone sempre lo stesso approccio neoliberista al tema del lavoro: meno vincoli, meno tutele, meno welfare. Per la destra il lavoro si crea sciogliendo le briglie della precarietà e della flessibilità. Poteva essere una tesi affascinante qualche decennio fa, oggi invece sappiamo tutti che le misure in preparazione sono le stesse che hanno impedito la crescita dei salari fino ad oggi, anche perché purtroppo per lungo tempo anche il pd e in generale i governi tecnici hanno aderito a questa visione. Bisognerà tornare in piazza quindi, e farlo con proposte di segno opposto: salario minimo, legge contro la precarietà sul modello spagnolo, espansione del reddito di cittadinanza, reintroduzione dell’art.18, nuovi congedi parentali, riduzione dell’orario a parità di lavoro per far fronte ai mutamenti generati da automazione e intelligenza artificiale.. Una vera piattaforma di cambiamento”.

I soldi del Pnrr sono davvero a rischio?
“Ne sono certa. Il rischio è reale perché per molte opere c’è persino una difficoltà a rispondere adeguatamente ai bandi manifestata dal mondo dell’impresa. Nonostante questo con uno sforzo maggiore il rischio di perdere risorse poteva essere ridimensionato e invece il Governo ha fatto la peggiore delle scelte possibili: cambiare la Governance in corsa, sostituire dirigenti e tecnici facendo perdere mesi di lavoro. Davvero un errore imperdonabile a cui credo facciano davvero fatica a rimediare. Certo quella di Meloni che restituisce risorse a Bruxelles perché incapace di spenderle sarebbe davvero un’immagine incredibile, dopo che per tanti anni hanno dipinto l’Europa solo come una sanguisuga”.

Intanto anche l’opposizione sembra andare in ordine sparso. Alle prossime amministrative vediamo alleanze variabili. È possibile immaginare una ritrovata compattezza? Se si, tra chi? E con il M5S?
“Non solo è possibile, ma è necessario se si vuol salvare il paese dalle sabbie mobili in cui è stato infilato. Non c’è alcun dubbio che si debba partire da una tessitura programmatica capace di portare aria nuova, dal coraggio di frequentare le stesse piazze e mettere in comune storie e riflessioni. Siamo ancora lontani da questo purtroppo, anche perchè sia il Pd che i 5S coltivano delle ambizioni maggioritarie e trasversaliste che spesso possono essere un ostacolo sulla strada delle alleanze. Ma non c’è dubbio che il nucleo dell’alleanza per sfidare la Meloni sono Pd, M5S e noi di Alleanza Verdi-Sinistra. Sono certa che ci riusciremo. La risoluzione unitaria al Def è già un primo passo positivo”.