Pichetto Fratin in tilt sul nucleare. Dopo aver chiuso alle grandi centrali, ora non le esclude

Pichetto Fratin nel corso del Question time alla Camera ha spiegato che non c'è "una chiusura aprioristica" nei confronti del nucleare.

Pichetto Fratin in tilt sul nucleare. Dopo aver chiuso alle grandi centrali, ora non le esclude

Non solo il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, è tranquillamente rientrato in Italia prima che i lavori a Dubai della Cop28 fossero conclusi, ma ad accordo chiuso si è pure fatto vanto del ruolo svolto dal nostro Paese impegnato e determinato “fino all’ultimo per il miglior risultato possibile”. “Tra i tanti risultati apprezzabili – ha spiegato – vi è il riconoscimento di un ruolo chiave per il nucleare e l’idrogeno”.

Pichetto Fratin nel corso del Question time alla Camera ha spiegato che non c’è “una chiusura aprioristica” nei confronti del nucleare

Ma, come nota Luca Bergamaschi co-fondatore del think tank italiano per il clima Ecco, “il nucleare entra per la prima volta nel testo ma con un ruolo marginale e secondario rispetto alle altre tecnologie”. Pichetto, però, ha i suoi buoni motivi per fare quel commento. Buoni motivi e tanta confusione. Energia nucleare? Sì grazie, ma niente grandi centrali, solo piccoli reattori modulari, aveva detto qualche giorno fa il ministro a un convegno dell’Ain, l’Associazione italiana nucleare. Ieri invece, nel corso del Question time alla Camera, ha spiegato che non c’è “una chiusura aprioristica nei confronti dei reattori di grande taglia di ultima generazione”.

E ancora: “In questo momento non è nel programma del Governo la costruzione di una grande centrale perché sarebbe di terza generazione però gli studi e le sperimentazioni stanno andando avanti così velocemente che la valutazione dovrà essere fatta al momento opportuno”.

Pubblicato l’elenco delle aree idonee per il deposito delle scorie nucleari

Intanto il suo ministero ha pubblicato sul proprio sito l’elenco delle aree idonee per il deposito nazionale delle scorie nucleari, contenuto nella Carta Nazionale delle Aree Idonee (Cnai). Carta elaborata da Sogin e Isin. “È un nostro dovere individuare entro questa legislatura il sito per il deposito nazionale dei rifiuti nucleari – ha detto Pichetto Fratin -, perché abbiamo le cantine degli ospedali d’Italia con le scorie radioattive. In tutto il territorio italiano ci sono ospedali che producono ogni giorno scorie nucleari. Da qual che parte dobbiamo metterle. Non possiamo mandare tutti gli italiani a far la pet (tomografia ad emissione di positroni, n.d.r.) in Francia!”.

I siti individuati dal Governo si trovano in 6 regioni

I 51 siti sono raggruppati in 5 zone ben precise, su 6 regioni. In Piemonte (5 siti) la zona adatta è in provincia di Alessandria, nei comuni di Bosco Marengo, Novi Ligure, Alessandria, Oviglio, Quargnento, Castelnuovo Bormida, Sezzadio, Fubine Monferrato. Il Lazio ha il maggior numero di siti idonei (21), tutti nel viterbese, nei comuni di Montalto di Castro, Canino, Cellere, Ischia di Castro, Soriano nel Cimino, Vasanello, Vignanello, Corchiano, Gallese, Tarquinia, Tuscania, Arlena di Castro, Piansano, Tessennano. In Sardegna, gli 8 siti sono concentrati fra la provincia di Oristano e quella di Sud Sardegna, a Albagiara, Assolo, Usellus, Mandas, Siurgius Donigala, Segariu, Villamar, Setzu, Tuili, Turri, Ussaramanna, Nurri, Ortacesus, Guasila. Fra Puglia e Basilicata sono concentrati quindici siti: fra la provincia di Matera (Montalbano Jonico, Matera, Bernalda, Montescaglioso, Irsina) e i comuni di Altamura, Laterza e Gravina, con una appendice nel Potentino, a Genzano di Lucania. In Sicilia si trova la quinta e ultima zona, nel trapanese, con 2 aree idonee a Calatafimi, Segesta e Trapani.