Piemonte e 29 capoluoghi al voto. L’altra sfida all’ombra delle Europee

Centrosinistra diviso in Piemonte. M5S e Pd divisi pure a Bari, Firenze, Bergamo. Uniti a Cagliari, Perugia e nei centri dell'Emilia-Romagna

Piemonte e 29 capoluoghi al voto. L’altra sfida all’ombra delle Europee

Gli elettori che oggi e domani saranno chiamati alle urne non decideranno solo la composizione del Parlamento europeo. In gioco ci sono anche le amministrative, c’è anche il destino politico di circa 3700 comuni, con 17 milioni di elettori chiamati a votare.

I capoluoghi di Regione in ballo sono sei (Bari, Cagliari, Campobasso, Firenze, Perugia, Potenza) e 23 i capoluoghi di provincia (Ascoli Piceno, Avellino, Bergamo, Biella, Caltanissetta, Cesena, Cremona, Ferrara, Forlì, Lecce, Livorno, Modena, Pavia, Pesaro, Pescara, Prato, Reggio Emilia, Rovigo, Sassari, Urbino, Verbania, Vercelli e Vibo Valentia). Non solo.

In Piemonte si andrà alle urne anche per le elezioni regionali. Le amministrative saranno un ennesimo test per sondare la forza del cosiddetto campo “giusto”, laddove, come vedremo, è stato possibile raggiungerlo.

La partita delle Regionali in Piemonte

Non è questo il caso del Piemonte, dove le vecchie ruggini tra il Pd locale e il M5S, maturate ai tempi dell’era di Appendino sindaco, hanno impedito che Giuseppe Conte (M5S) ed Elly Schlein (Pd) trovassero un’intesa. A sfidare così il governatore uscente Alberto Cirio di Forza Italia, in corsa per il secondo mandato, saranno la dem Gianna Pentenero, che ha lasciato per questo un assessorato in Comune a Torino, la pentastellata Sarah Disabato, la consigliera regionale Francesca Frediani di Unione Popolare, e l’avvocato Alberto Costanzo. Particolarmente interessante è la sfida che si giocherà in Puglia.

La partita delle amministrative da Bari a Cagliari

A Bari il centrosinistra è diviso mentre il centrodestra si presenta unito. Da una parte, infatti, c’è l’avvocato penalista Michele Laforgia, sostenuto anche dal M5S, da Sinistra italiana e alcune liste in cui ci sono ex Pd. Dall’altra c’è l’ex capo di gabinetto del sindaco uscente Antonio Decaro: si tratta di Vito Leccese, sostenuto dal Pd e altre sei liste.

Nel centrodestra, invece, i partiti si sono uniti per sostenere la candidatura del 36enne, ex consigliere regionale e comunale leghista, Fabio Romito.

La sfida nel capoluogo pugliese è segnata dalle ripercussioni delle inchieste giudiziarie che hanno travolto il centrosinistra negli ultimi mesi, tra cui gli arresti per voto di scambio politico-mafioso alle elezioni comunali del 2019, che hanno portato all’invio a Bari di una commissione ministeriale.

Sono state proprio le inchieste a spingere il leader dei Cinquestelle Conte a non fare le primarie per la scelta del candidato unitario del centrosinistra e a sostenere Laforgia.

A Lecce il centrodestra unito sostiene Adriana Poli Bortone, in passato sindaca del capoluogo salentino, parlamentare, europarlamentare e ministra. Il centrosinistra nel capoluogo salentino ha invece trovato la quadra con le primarie attorno all’uscente Carlo Salvemini, sostenuto sia dal Pd sia dal M5S.

Il campo largo in Sardegna cerca conferme

Dopo aver eletto la prima presidente donna alla guida della Regione, il campo largo che mette insieme centrosinistra e M5S prova a prendersi anche Cagliari, dove a sfidarsi sono in cinque ma il duello sarà Zedda contro Zedda: Massimo per il centrosinistra e Alessandra per il centrodestra.

Il primo, ex enfant prodige dell’area progressista, consigliere regionale uscente, ha già guidato il comune dal 2011 al 2019. Il centrodestra, dopo un travaglio iniziale, punta alla rivincita dopo la sconfitta di febbraio candidando Alessandra Zedda, ex vicepresidente della Regione con la giunta di Christian Solinas, passata da FI alla Lega.

Tra i capoluoghi di provincia al voto anche Sassari, dove la sfida è tra il rettore dell’università, Gavino Mariotti, con il centrodestra, e il dem Giuseppe Mascia, ex M5S, sostenuto dal campo largo del centrosinistra.

Da Campobasso a Firenze

In Molise occhi puntati sia sul capoluogo Campobasso che Termoli, i due centri più popolosi della regione. Campobasso è stata guidata negli ultimi cinque anni da un monocolore 5 Stelle e stavolta il Movimento si presenta invece nella coalizione progressista, insieme al Pd, mentre il centrodestra si gioca la partita per tentare di riconquistare il capoluogo dove non amministra da dieci anni.

La candidata alla carica di sindaco è Marialuisa Forte, al suo debutto in politica, finora dirigente scolastico. E’ sostenuta da tre liste (Pd, 5 Stelle e lista unica che unisce Verdi, Sinistra e Socialisti). Il centrodestra candida l’avvocato Aldo De Benedittis, che in passato è stato assessore comunale.

Anche quello di Termoli è un test significativo perché è la città dove fino allo scorso anno era sindaco l’attuale presidente della Regione Francesco Roberti: il centrodestra punta alla riconferma e si presenta compatto mentre a differenza di Campobasso il centrosinistra non ha trovato unità ed è in corsa con cinque diversi candidati.

Firenze, Prato e Livorno: sono le tre sfide principali nella tornata delle amministrative in Toscana. Il centrosinistra corre dunque per la riconferma delle sue ‘roccaforti’ mentre il centrodestra sogna il ribaltone e di espugnare nuove città chiave, Firenze in testa.

Nel capoluogo toscano gli aspiranti sindaco sono 10, e mentre il centrodestra si presenta unito, così come negli altri capoluoghi toscani, nel campo opposto si va in ordine sparso con una sfida quasi tutta al femminile tra tre candidate e la corsa in solitaria di M5S.

Cerca di raccogliere il testimone di Dario Nardella Sara Funaro, sostenuta da una coalizione con Pd, Azione, Si, +Europa, Verdi, Volt, Partito repubblicano, Laburisti, movimento Centro e lista Anima Firenze 2030.

Mancato l’accordo con il Pd, Iv (con Psi e Libdem) schiera la vicepresidente della Regione Stefania Saccardi, e punta, come ha detto Matteo Renzi, ad essere ago della bilancia ad un eventuale ballottaggio.

Nel centrosinistra in corsa anche Cecilia Del Re, ex assessore nella seconda giunta Nardella, dalla quale è stata allontanata nel marzo 2023: è a capo della lista Firenze Democratica, dopo essere uscita dal Pd in seguito ad uno strappo sulle primarie non concesse.

Dopo lunghe trattative mai andate in porto, prima con l’Associazione 11 agosto legata a Tomaso Montanari e poi per un campo largo con il Pd, M5S corre con Lorenzo Masi.

A sinistra si presenta Dmitrij Palagi, con Sinistra Progetto Comune (Possibile, Potere al Popolo e Prc), e Firenze ambientalista e solidale. Dall’altra parte dello schieramento il centrodestra unito (FdI, Lega e FI) scommette su un volto non politico ma conosciuto in città: Eike Schmidt, tedesco di Friburgo divenuto cittadino italiano a novembre scorso, ha diretto per otto anni le Gallerie degli Uffizi ed oggi è alla guida, in aspettativa, del Museo di Capodimonte a Napoli.

In campo anche Andrea Asciuti, candidato di ‘Firenze Vera’, sostenuta da Indipendenza di Alemanno e Popolo della famiglia. Completano la rosa tre civici: Francesca Marrazza di ‘Ri-Bella Firenze’. Francesco Zini per Firenze Cambia, e Alessandro De Giuli con Firenze Rinasce.

Il caso del laboratorio umbro

In Umbria gli occhi sono puntati sul capoluogo di regione, e in particolare su due donne – Margherita Scoccia, per il centrodestra e civici, e Vittoria Ferdinandi che è riuscita ad ottenere il sostegno di un campo extra-large dal Pd al M5S, da Azione a Rifondazione, dai cattolici a +Europa, dai socialisti ai rossoverdi.

A Perugia è una corsa a cinque. Oltre a Scoccia e Ferdinandi, ci sono poi Massimo Monni, che può contare su un’unica lista, Leonardo Caponi e Davide Baiocco.

Da Potenza a Modena

Dopo i 14 punti percentuale di distacco, 56 a 42, tra il riconfermato governatore Vito Bardi (Forza Italia) e il candidato del centrosinistra, Piero Marrese (Pd), a Potenza la maggioranza di centrodestra, allargata come alle Regionali alle forze centriste di Azione e Italia Viva, punta decisamente a vincere al primo turno con Francesco Fanelli (Lega), vicepresidente uscente della Giunta ma non eletto in Consiglio regionale.

Il dirigente della Lega dovrà vedersela con tre candidati di centrosinistra: i consiglieri comunali uscenti Vincenzo Telesca, Pierluigi Smaldone (sostenuto dal M5S) e Francesco Giuzio. E con l’outsider Maria Grazia Marino (Forza del Popolo). Significativa l’assenza sulla scheda elettorale del simbolo del Pd, che si è spaccato sul sostegno a Telesca.

Tra i capoluoghi di provincia merita di essere citata la partita che si gioca a Bergamo dove a contendere la poltrona del dem Giorgio Gori, già al secondo mandato e candidato alle europee, ci sono Elena Carnevali (candidata dem), Andrea Pezzotta (candidato del centrodestra) e Vittorio Apicella (candidato del M5S). E quella di Pesaro dove a differenza di Bergamo il campo giusto c’è.

Quattro gli sfidanti per il dopo Matteo Ricci, anche lui candidato alle Europee. Andrea Biancani attuale consigliere regionale del Pd sostenuto anche da M5S e Avs; Marco Lanzi sostenuto dal centrodestra; Pia Perrici, l’unica candidata donna sostenuta da una lista; Fabrizio Oliva sostenuto da una lista civica.

In Emilia-Romagna Pd e M5S ovunque assieme

In Emilia-Romagna si vota per eleggere sindaci e consigli comunali di 226 Comuni (fra cui i capoluoghi Modena, Reggio Emilia, Ferrara, Forlì e Cesena) con gli occhi puntati su un’altra elezione, quella che in autunno sceglierà il nuovo presidente della Regione.

L’attuale governatore Stefano Bonaccini è candidato come capolista del Pd alle Europee. Qui il campo largo è stato conseguito quasi ovunque: in particolare a Modena, la città di Bonaccini e la più grande fra quelle in cui si vota.

A sostegno di Massimo Mezzetti ci sono infatti i simboli di Pd, M5s, Avs, Azione e Italia Viva, ovvero la stessa coalizione che il Pd spera di proporre alle regionali. Contro di lui Luca Negrini di Fratelli d’Italia.

Schema simile anche a Reggio Emilia dove si sfidano due civici: il medico Marco Massari (centrosinistra) e l’avvocato Giovanni Tarquini (centrodestra).

In altre città l’operazione campo larghissimo non è riuscita al 100%, anche se Pd, M5s e Avs sono alleati ovunque.

Interessante la sfida a Ferrara. Dove sono quattro i candidati per la carica di primo cittadino: per il centrodestra c’è il sindaco uscente, Alan Fabbri, per il centrosinistra e M5S c’è Fabio Anselmo. Parte della coalizione di centrosinistra si è però schierata con la candidata Anna Zonari mentre Italia Viva appoggia Daniele Botti.