Pioggia di contributi sui comitati per i centenari. Soldi pure per l’antica Roma. Viene ricordata qualunque cosa. Anche i duemila anni di un console dell’Impero

Da un imperatore dell’antica Roma. Si moltiplicano i comitati per celebrare le ricorrenze più stravaganti, e ogni anno incassano una pioggia di contributi

Tu chiamale se vuoi celebrazioni. Ciò che conta è che siano lautamente foraggiate. Per cosa si festeggi, poi, può anche diventare in qualche modo secondario. Perché non c’è dubbio: la memoria è importante e non solo perché, come dicevano i latini, è maestra di vita, ma anche perché un popolo senza storia è un popolo senza futuro. A vedere, però, i comitati che riceveranno fondi pubblici nel corso di quest’anno qualche dubbio in più viene. Perché se è indubitabile che gli 87mila euro che riceverà l’ente nato per la celebrazione del centenario dalla nascita di Primo Levi, sono più che giusti (e, anzi, forse anche pochi), davanti ad altre ricorrenze e altri nomi si resta quantomeno interdetti.

Carneade, chi era costui? – Prendiamo il caso di Germanico Cesare. Pochi, probabilmente, sanno di chi stiamo parlando, a meno che – e forse anche in quel caso si potrebbe vacillare – non siate docenti universitari di storia romana. Il nome completo, per l’esattezza, è Germanico Giulio Cesare, anche se probabilmente è nato come Nerone Claudio Druso. Parliamo di un militare dell’impero romano di cui è stato anche console per un anno, nel 12 dopo Cristo. Pochi potranno sospettarlo, ma quest’anno – tenetevi forte – sono esattamente duemila anni dalla nascita di questo importante console. Ed ecco allora immediato il comitato per ricordare questa importante figura dell’Impero (nonostante pare non se ne faccia menzione nei libri di scuola). In questo caso il ministero diretto da Alberto Bonisoli ha pensato di prevedere un fondo di 25mila euro. Una piccola fetta in una torta ben più grande. In totale, infatti, parliamo di 1,175 milioni di euro. A ricevere soldi, infatti, saranno anche il comitato per le celebrazioni dei 300 anni dalla nascita di Giuseppe Baretti. Per chi non lo sapesse, parliamo di un critico letterario e linguista del 700. Poi abbiamo Roman Vlad, il compositore rumeno naturalizzato italiano che compie, anche lui, 100 anni. Da non dimenticare, ancora, L’Infinito. Sì, proprio la poesia di Giacomo Leopardi per la quale si è pensato di fare un comitato ad hoc, visti i suoi 200 anni. Ci sarà modo di festeggiare con tutti i crismi del caso visti gli 80mila euro di finanziamento. Senza dimenticare, ancora, i 750 anni dalla nascita di Dante Alighieri per cui c’è un ente ad hoc, nonostante lo Stato italiano già finanzi (giustamente) una Società a lui dedicata che ha proprio il compito di ricordare il grande scrittore, al di là di commemorazioni o festeggiamenti. E poi c’è l’amarcord del Regno d’Italia, con i cento anni dalla morte di Leopoldo Franchetti, senatore del Regno; esattamente come lo era Arrigo Boito, per cui pure è stato creato un comitato. Senza dimenticare quello per celebrare i duecento dalla nascita di Betrando Spaventa, deputato sempre del Regno d’Italia.

Gli esclusi – Un’ultima nota di colore la meritano, però, gli esclusi dal finanziamento. Già, perché accanto ai premiati ci sono i comitati che invece non riceveranno fondi pubblici. Tra i tanti spicca quello che voleva festeggiare a tutti i costi i cento anni dalla nascita di Giulio Andreotti. Chissà cosa avrà pensato la commissione ministeriale quando si è trovata davanti la proposta, vista la figura chiaroscurale di cui parliamo. Alla fine il verdetto è stato impietoso. Ma con una postilla davvero curiosa: il motivo dall’esclusione del finanziamento, infatti, è per questioni tecniche perché il progetto, scrive il ministero, si può realizzare “attraverso altri finanziamenti pubblici”. Da qui la proposta: è opportuno chiedere soldi “agli uffici della direzione generale biblioteche e istituti culturali generale che hanno linee di bilancio dedicate a convegni e pubblicazioni”. Ma Andreotti, d’altronde, è in buona compagnia. Tra gli esclusi, spicca il comitato che voleva festeggiare il quarto centenario dalla morte di Francesco Morosini, doge di Venezia nel 1688. E, soprattutto, quello che invece voleva ricordare la figura misteriosa, tra vizio, lussuria e perversione, di Lucrezia Borgia, figlia illegittima di Papa Alessandro VI, a 500 anni dalla sua nascita.