Pioggia di miliardi in spese militari. Ma i decreti restano top secret. Arrivati alle Camere 16 atti governativi in pochi giorni. Impegnate cifre a 9 zeri in droni e missili fino al 2031

Il dato che salta all’occhio e che certamente stupisce è la mole di atti che il Governo Conte ha consegnato al Parlamento per il parere delle competenti commissioni di Camera e Senato: ben 16 nel giro di poche settimane. Ebbene, questi atti riguardano tutti l’acquisizione di nuovi sistemi militari. Ce n’è di ogni tipo: dai sommergibili ai sistemi di difesa aerea, passando per blindati, droni ed elicotteri. Parliamo, ovviamente, di atti su cui a lavorare, verosimilmente, è stato l’ex ministro Elisabetta Trenta, e non il suo successore Lorenzo Guerini (nella foto), insediatosi da pochi mesi. Al di là di chi sia l’artefice, il problema vero è che nessuno di questi atti risulta ad oggi consultabile: andando sul sito della Camera, infatti, per ognuno di questi atti sottoposti a parere parlamentare, il testo non c’è.

Al suo posto una scritta inequivocabile: “non ci sono testi disponibili”. Un dettaglio non di poco conto, considerando, peraltro, che dei 16 decreti alcuni già hanno avuto “parere favorevole” da parte delle commissioni parlamentari competenti. E ciononostante il testo risulta ancora top secret. Sia la commissione Bilancio che Difesa, infatti, negli ultimi giorni hanno espresso parere favorevole sullo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale […] relativo allo sviluppo, alla successiva produzione ed al supporto logistico decennale del sistema missilistico Teseo Mk2/E Evolved”. Un’idea di cosa significhi tale programma in soldoni la si può però avere consultando il Documento Programmatico Pluriennale 2019-2021.

È qui, infatti, che sono richiamati tutti i programmi militari, anche quelli che oggi attendono l’ok del Parlamento. Ebbene, il nuovo sistema missilistico ha lo scopo “di salvaguardare la capacità missilistica superficie-superficie della componente marittima della Difesa”. Costo: 150 milioni (anche se il programma nella sua interezza, incluse tutte le fasi, prevede un onere complessivo di 395 milioni), a carico del fondo investimenti del MiSE, secondo quanto riportato nel Documento Programmatico.

COMMESSE A NON FINIRE. Ed è proprio incrociando i decreti governativi con il Documento Programmatico che si ha idea di quanti miliardi serv iranno per i nuovi sistemi militari. Spicca, ad esempio, l’acquisizione di “veicoli tattici ad alta tecnologia per la mobilità tattica terrestre dell’Arma dei carabinieri”. In altre parole, blindati per cui dal 2020 al 2031 si prevede una spesa di 112 milioni di euro. E poi i nuovi sommergibili U212: dal 2019 al 2030 si calcola una spesa di 806 milioni, parte della quale ancora a carico dello Sviluppo economico. Non potevano poi mancare i droni per potenziare la capacità di “Intelligence, Surveillance and Reconaissance della Difesa”. Anche qui l’investimento è di prim’ordine (ma rimodulato grazie all’impegno dei pentastellati): 716 milioni in 15 anni.

E poi, ancora, si prevede l’acquisto di 398 blindati, questa volta per la Difesa, al modico costo di 300 milioni. E, ancora, nuovi elicotteri “di supporto al combattimento e per esigenze addestrative della Difesa” (382 milioni). Senza dimenticare, ancora, il più che legittimo ammodernamento dell’equipaggiamento individuale dei soldati, per cui la spesa prevista dal 2019 al 2031 è pari a 752 milioni di euro. E via via tutti gli altri programmi, per un conto complessivo che supera abbondantemente i 2/3 miliardi di euro. Tutto legittimo (se sono stati previsti, ci sarà una ragione…) ma resta la domanda: perché i testi continuano a non essere disponibili?