Più precariato e meno welfare. I regali del Primo Maggio

I regali del Primo Maggio. Reddito di cittadinanza e dl Dignità nel mirino. Pronte le nuove picconate alle misure del M5S.

Più precariato e meno welfare. I regali del Primo Maggio

Il governo è al lavoro sul decreto che intende approvare il Primo maggio. Quello, per intenderci, con cui vuole prendere a picconate il Reddito di cittadinanza e smantellare il decreto Dignità. Due misure volute dal M5S per contrastare la povertà, la prima, e arginare la precarietà, la seconda. Ritocchi all’Isee e alla scala di equivalenza, ma anche alle clausole che permettono il rinnovo dei contratti a tempo determinato: sul tavolo rimangono alcune delle questioni che più hanno scatenato le polemiche dopo la diffusione delle prime bozze.

I regali del Primo Maggio. Reddito di cittadinanza e dl Dignità nel mirino. Pronte le nuove picconate alle misure del M5S

L’impianto rimane fondato innanzitutto sul superamento del Reddito di cittadinanza che sarà sostituito con tre nuovi strumenti: Pal, la Prestazione di accompagnamento al lavoro che entrerà in vigore in via transitoria da agosto; Gil, la Garanzia per l’inclusione per chi non è occupabile e Gal, la Garanzia per l’attivazione lavorativa, che riguarderà invece chi è in condizione di lavorare. Ma rispetto alle versioni circolate finora, in base anche all’esame dell’impatto finanziario condotto dalla Ragioneria, qualche modifica potrebbe arrivare sui requisiti Isee della Gil.

Nelle bozze la soglia dell’indicatore della situazione economica del nucleo familiare per accedere al nuovo sostegno era fissato a 7.200 euro, anziché gli attuali 9.360 euro, comportando inevitabilmente una riduzione della platea degli aspiranti beneficiari. Allo stesso tempo, a cambiare rispetto al Reddito era anche la scala di equivalenza, il moltiplicatore con il quale si calcola l’assegno complessivo. La bozza ne prevedeva una stretta penalizzando gli importi calcolati sui familiari a carico.

Da definire nel dettaglio resta peraltro anche la nuova articolazione delle causali per i contratti a tempo determinato, che non scompariranno ma saranno alleggerite, con l’effetto nefasto di aumentare la precarietà. Il limite europeo dei 36 mesi consecutivi per passare a un contratto a tempo indeterminato non dovrebbe essere superato, ma la revisione della normativa ha già scatenato la polemica tra le file del Partito democratico e del Movimento Cinque Stelle, oltre che dei sindacati, con il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri (nella foto), che è tornato ieri all’attacco parlando di “propaganda da metaverso”.

Il decreto, dovrebbe contenere anche misure per la sicurezza sul lavoro per rafforzare l’assicurazione nelle scuole e i sostegni alle famiglie dei giovani morti nei percorsi di alternanza scuola-lavoro. Non è ancora chiaro il destino del taglio del cuneo fiscale annunciato con il Def. Potrebbe viaggiare in un provvedimento a parte, ma non è escluso che confluisca nello stesso decreto lavoro.