Più soldi dal Pnrr, la strategia di Conte paga ancora. Aumentano i fondi totali, ma restano i tagli ad alcuni comparti

Più soldi dal Pnrr, la strategia di Conte paga ancora. Aumentano i fondi totali, ma restano i tagli ad alcuni comparti

Più soldi dal Pnrr, la strategia di Conte paga ancora. Aumentano i fondi totali, ma restano i tagli ad alcuni comparti

Semaforo verde per le modifiche italiane al Piano di ripresa e resilienza. La Commissione europea ha valutato positivamente la revisione del Pnrr. Per il piano di Roma ora il valore previsto è di 194,4 miliardi di euro, di cui 122,6 in prestiti e 71,8 in sovvenzioni. Coperte 66 riforme, sette in più rispetto al piano originale, e 150 investimenti, come annunciato dall’esecutivo di Bruxelles. Il nuovo Piano, quindi, passa da una dotazione finanziaria iniziale di 191,5 agli attuali 194,4 miliardi, come spiegato da Palazzo Chigi.

Un incremento che comprende 2,75 miliardi per il RepowerEu e 144 milioni per il ricalcolo della quota da destinare a Roma alla luce dell’andamento del Pil. La riprogrammazione riguarda in totale 21,4 miliardi, considerando anche 2,8 miliardi di risorse aggiuntive. Circa 11,5 miliardi provengono da risorse che erano destinate a misure in ritardo o inammissibili. Le misure riviste o nuove che hanno ottenuto il via libera sono 145. La Commissione avrebbe inoltre riconosciuto 240 milioni aggiuntivi all’Italia per la costruzione dei nuovi alloggi universitari: soldi in più legati all’aumento dei costi dei materiali. Il totale arriva così a circa 1,2 miliardi.

I tagli

Ridotti, invece, i Piani di rigenerazione urbana, che passano da 3,3 a 2 miliardi. Taglio anche per i Piani urbani integrati: si scende da 2,5 miliardi a 900 milioni. Sono ii fondi su cui si era aperto lo scontro tra governo e comuni. Si segnalano gli 1,2 miliardi destinati alla ricostruzione in Emilia-Romagna, Toscana e Marche dopo le alluvioni del 2023. Per la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il via libera alla revisione garantirà alla crescita italiana “altri 21 miliardi di euro”. Perché, sostiene, le misure per la crescita e le infrastrutture sono “contemplate negli interventi riformulati del Pnrr” e non in manovra, che invece è “seria e responsabile”.

Alla crescita ci deve pensare l’Ue, insomma. Il ministro con delega al Pnrr, Raffaele Fitto, intanto, si presenta in conferenza stampa per dire che non si può parlare di tagli. Anche se i tagli ad alcuni progetti ci sono. Fitto, inoltre, ha annunciato che entro la fine dell’anno dovrebbero essere raggiunti altri due traguardi. Il primo, più semplice, è l’erogazione della quarta rata. Il secondo, più complesso, riguarda il raggiungimento degli obiettivi – anche quelli modificati – della quinta rata.