Plebiscito per Renzi nei circoli. Gli iscritti del Pd lo rivogliono. Il segretario avanti con il 70% dei consensi

I circoli del Pd, chiamati fino a domenica a dire la loro sulla leadership del partito, sono quasi tutti con Matteo Renzi

I circoli del Pd, chiamati fino a domenica a dire la loro sulla leadership del partito, sono quasi tutti con Matteo Renzi. Oltre ogni aspettativa, quando mancano pochi giorni alla fine delle votazioni, il settanta percento degli iscritti ha scelto di nuovo l’ex premier. Al quartier generale di Renzi ancora non riescono a spiegarsi il ‘miracolo’ e i commenti entusiastici si sprecano. Il deputato David Ermini ha parlato di “inaspettati pugni di voti in ogni dove”. La nota diffusa mercoledì dal Nazareno con i risultati dei primi 1.271 congressi locali dice che il segretario uscente ha conquistato il 69 per cento dei voti mentre ad Andrea Orlando va il 26,9 per cento e a Michele Emiliano soltanto il 3,9 per cento. Finora hanno votato quasi 70mila iscritti su un totale di 425mila tessere nel 2016, che sono 90mila in meno rispetto al 2013, anno delle ultime primarie.

Meno iscritti – Gli iscritti sono diminuiti, ma sono rimasti renziani, è quanto si evince dai risultati. Ma i sostenitori dell’ex premier non abbassano la guardia in vista delle primarie del 30 aprile che determineranno la permanenza o meno di Renzi alla segreteria del Pd. I temi principali della campagna renziana saranno i posti di lavoro, le università e le realtà sociali in difficoltà. Il portavoce della mozione Matteo Richetti commenta i il trionfo del segretario tra i circoli affermando che dopo la sconfitta referendaria i sostenitori del Pd non vogliono correre il rischio che si interrompa il processo di riforme portato avanti dal partito negli ultimi quattro anni. Sulla diminuzione del numero di iscritti Richetti ha commentato che “nessuno sfugge alla crisi dei partiti e della politica” ma il fatto che il Pd chiami i suoi iscritti a pronunciarsi sui temi fondamentali e sulla leadership è un segnale importante di democrazia e partecipazione. Come dimostrano i dati dei primi congressi dei circoli, né Orlando, né Emiliano sono nelle condizioni di contestare la leadership di Renzi. Nel partiro sono rimasti alcuni vecchi tesserati, ma molti sono anche nuovi e profondamente cambiati. Ermini ha ribadito che la frattura Ds-Margherita non è avvenuta neppure con la candidatura di Orlando, e anche a casa del Guardasigilli, a La Spezia, Renzi ha raggiunto quota 61 per cento, mentre il ministro è rimasto fermo al 37 per cento. Anche a Bari, proprio nel circolo di Emiliano, Renzi ha battuto il governatore per 59 per cento contro 38 per cento. la vittoria, almeno per quanto riguarda la componente degli iscritti al partito, è schiacciante, oltre ogni aspettativa. Dati alla mano sembra prospettarsi una campagna in discesa per l’ex premier, che finora ha mantenuto un profilo basso, a differenza del 2013 qaundo incentrò la campagna contro la leadership di Bersani. Ma ora i sostenitori del segretario si deovno concentrare sui prossimi passi. Domenica infatti si chiudono i congressi dei circoli, mentre il 5 aprile si riuniscono le convenzioni provinciali che daranno i risultati ufficiali. Il 9 aprile si terrà la convenzione nazionale a Roma oppure a Milano. E poi dal 10 inizia la campagna per le primarie del 30.